Chiesa

Vaticano. Nuovo presidente all'Apsa. Piccinotti succede a Galantino

Mimmo Muolo lunedì 2 ottobre 2023

Cambio della guardia all’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Dopo poco più di cinque anni (era stato nominato presidente il 26 giugno 2018) il vescovo Nunzio Galatino, già segretario generale della Cei, lascia il suo incarico a don Giordano Piccinotti, salesiano, finora sotto-segretario della stessa Istituzione. Lo ha nominato oggi, 2 ottobre, il Papa. Don Piccinotti è nato il 23 febbraio 1975 a Manerbio, in provincia di Brescia. Ha svolto il noviziato a Pinerolo tra il 1997 e il 1998, emettendo i primi voti l’8 settembre 1998. Il 12 settembre 2004 ha emesso la Professione perpetua nella Società Salesiana di San Giovanni Bosco e il 17 giugno 2006 ha ricevuto l’Ordinazione presbiterale. Ha conseguito la Licenza in Teologia Spirituale presso l’Università Pontificia Salesiana a Roma (Italia). È stato Economo delle case salesiane di Lugano, dal 2007 al 2011 e dal 2016 al 2017; e “San Carlo” di Milano, dal 2011 al 2015; e ha ricoperto il ruolo di Economo anche a livello ispettoriale, nel sessennio 2011-2017. Francesco lo aveva nominato sotto-segretario dell'Apsa il 6 gennaio scorso.

L’avvicendamento avviene per motivi di età. Monsignor Galantino ha infatti compiuto 75 anni lo scorso 16 agosto, essendo nato a Cerignola nel 1948. Conclude così un incarico che ha fatto fare all’Apsa un salto di qualità sia per la trasparenza, sia per il riordino delle procedure interne e per un nuovo modo di lavorare. Il tutto pur essendo quello dell’amministrazione un campo assai lontano dalle sue competenze specifiche, che sono quelle filosofico-antropologiche. Galantino è infatti laureato in filosofia all’Università di Bari e negli anni ha approfondito in particolare la figura e il pensiero di Dietrich Bonhoeffer, cui ha dedicato sia la sua tesi di laurea (L'antropologia di Bonhoeffer come premessa al suo impegno politico), sia il dottorato in teologia (La storicità come fedeltà alla terra in Dietrich Bonhoeffer).Sacerdote dal 23 dicembre 1972, è stato nominato vescovo di Cassano all’Jonio da Benedetto XVI il 9 dicembre 2011,e ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 25 febbraio 2012. E’ stato segeretario generale della Cei dal 2013 al 2018.

Al momento dell’annuncio, il vescovo ha voluto ringraziare Dio e il Papa per l'esperienza fatta in un ambito piuttosto ai margini, se non estraneo, ai suoi impegni consueti. Un grazie anche ai collaboratori per la costante fiducia che gli è stata accordata e la “competente dedizione”. Il vescovo ha sottolineato anche che gli impegni dell’Apsa sono cresciuti proprio in questo quinquennio, dopo il Motu proprio col quale il Santo Padre ha trasferito all'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica alcune competenze della Segreteria di Stato, in fatto di amministrazione. Grande anche l’impegno profuso nella vicenda del palazzo di Londra e per questioni legate al rilancio dell'Ospedale Fatebenefrattelli- Isola Tiberina.

Un pensiero Galantino lo ha dedicato al suo successore, “persona che ha competenza e grande amore verso la Chiesa. Lui conosce già bene la realtà e le persone”.

La conclusione dell’esperienza del vescovo di origine pugliese come presidente avviene all'indomani degli esiti e dei risultati positivi con i quali si è chiuso l'audit di PwC, (una delle maggiori aziende al mondo per la revisione e la consulenza strategica legale e fiscale, che opera in 152 Paesi) sulla solidità dell'Apsa. Il bilancio presentato ad agosto e di cui Avvenire ha dato conto a suo tempo lo conferma. Tra i punti di forza della gestione Galantino, la revisione e l’omogenizzazione delle procedure interne, il censimento del patrimonio immobiliare, l’avvio delle procedure per la dismissione degli immobili a basso reddito o di difficile gestione, un piano di recupero di quella parte del patrimonio (in gran parte sfitto), che richiede interventi manutentivi in vista della sua re-immissione sul mercato e soprattutto la trasparenza. Monisgnor Galantino ha fatto chiarezza, ad esempio, sull’Imu pagata dall’Apsa allo Stato italiano per gli immobili collocati sul territorio nazionale, confutando così – dati alla mano – chi sosteneva che il Vaticano fosse esentato ingiustamente da questa imposta.

Dal bilancio del 2022, ad esempio, si apprende che l’Apsa ha contribuito lo scorso anno con 32,27 milioni di euro alla copertura del fabbisogno della Curia Romana, chiudendo il proprio bilancio in pareggio. Da notare il piano triennale che l’Apsa ha adottato per migliorare ulteriormente le metodologie di lavoro e migliorare i risultati. A compimento delle iniziative messe in cantiere si stima che potranno essere conseguiti benefici complessivi pari a circa 55,4 milioni di euro. In particolare, si sta lavorando alacremente al progetto “Sfitti a rendere”, per la progressiva diminuzione del numero degli immobili sfitti. Il progetto, articolato in due maxilotti, il primo dei quali completato, ha portato finora alla ristrutturazione di 79 unità immobiliari in cattivo stato manutentivo, per i quali è già iniziata la fase di commercializzazione. Nel secondo maxilotto, avviato da poco, si procederà con altre 61 unità. Si cercherà anche di alienare alcuni immobili a bassa redditività.

Complessivamente l’Apsa gestisce in Italia 4.072 unità immobiliari per un totale di quasi un milione e mezzo di metri quadrati. Fra queste 2.734 sono sue, e 1.338 di altri enti. Tra le unità dell’Apsa 1.389 sono ad uso residenziale, 375 ad uso commerciale 717 sono pertinenze e 253 sono quelle a redditività ridotta. Quanto al tipo di reddito che se ne ricava, 1887 unità sono sul libero mercato, 1.208 a canone agevolato e 977 a canone nullo.

Per l’anno d'imposta 2022 ha versato all’erario italiano 6,05 milioni di euro per l’IMU e 2,91 milioni di per l’IRES.