Chiesa

Testimoni. Cinque nuovi venerabili, tra loro il 18enne Matteo Farina

Redazione Catholica mercoledì 6 maggio 2020

Matteo Farina nel 2008

Ieri il Papa ricevendo in udienza il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, ha autorizzato lo stesso dicastero a promulgare i decreti che riconoscono l’eroicità delle virtù di cinque servi di Dio: si tratta di figure di cui è in corso la causa di beatificazione e che diventano quindi venerabili. Tre di loro sono italiani e due spagnoli, tutti sono vissuti tra la fine dell’Ottocento e, si può dire, i giorni nostri: sì perché uno di loro, Matteo Farina, nato ad Avellino il 19 settembre 1990, è morto solo undici anni fa, il 24 aprile 2009.

Farina fu un ragazzo normale, cresciuto in una famiglia in cui maturò però qualcosa di speciale: una fede ardente e profonda. Trascorse la sua breve vita a Brindisi, dove frequentò le scuole dell’obbligo e poi l’Itis. Nel settembre 2003 a causa di forti mal di testa e problemi alla vista si sottopose a delle visite specialistiche prima in Italia e poi in Germania, ad Hannover, dove gli fu diagnosticato un tumore al cervello. Visse la malattia, le pesanti terapie e gli interventi invasivi – l’ultimo gli lasciò una paralisi al braccio e alla gamba sinistra – con un spirito soprannaturale che commosse e illuminò chi gli stava vicino. «Dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, ma non nella tristezza della morte, bensì nella gioia di essere pronti all’incontro con il Signore!» disse poche settimane prima di salire al cielo. Pur non potendo più esprimersi con le parole, alla domanda della madre di offrire la sua grande sofferenza per la salvezza delle anime, fece cenno di sì con la testa e con gli occhi.

Gli altri venerabili italiani sono don Francesco Caruso, dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, nato a Gasperina (Catanzaro) il 7 dicembre 1879 e ivi morto il 18 ottobre 1951: fu parroco e rettore del Seminario, una figura di grande rilievo nella Chiesa calabrese della prima metà del Novecento; insieme a lui don Carmelo De Palma, dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, nato a Bari il 27 gennaio 1876 e ivi morto il 24 agosto 1961, che ricoprì vari incarichi sia come canonico presso la Basilica di San Nicola sia in diocesi, fu ammirato per la sapienza e ha lasciato scritti di grande ricchezza spirituale.

Gli spagnoli venerabili sono invece Francisco Barrecheguren Montagut, nato a Lérida il 21 agosto 1881, fattosi religioso dopo essere rimasto vedovo, ordinato sacerdote all’età di 68 anni e morto a Granada il 7 ottobre 1957; e Maria de la Concepción Barrecheguren y García, laica, nata a Granada il 27 novembre 1905 e ivi morta il 13 maggio 1927: fece parte di diverse associazioni mariane, si impegnò nella catechesi e nella cura dei poveri.