Quando la diversità fa ricchezza. Ed è proprio questo il fascino della Chiesa Madre di Aquileia che sabato 7 maggio accoglierà Benedetto XVI con i suoi popoli che parlano italiano, friulano, sloveno, croato, tedesco, ungherese. I popoli, appunto, dell’evangelizzazione aquileiese. Il Papa, secondo la scaletta presentata ieri nei dettagli a Gorizia, arriverà all’aeroporto di Ronchi dei Legionari alle 16.15, accolto dalle autorità (il ministro Tremonti per il governo), ma anche dai bambini di numerosi istituti d’accoglienza. Dopo 18 chilometri in papamobile arriverà in Basilica, quella antichissima di Aquileia, conosciuta in tutto il mondo anche per la sua storia romana e i mosaici. Qui sarà salutato dal canto «Ubi Caritas» che proprio ad Aquileia è stato composto. Benedetto XVI, dopo il saluto a migliaia di pellegrini, entrerà in Basilica, dove darà avvio alla preparazione del secondo Convegno ecclesiale di Aquileia che si svolgerà il prossimo anno, interessando tutte le 15 diocesi del Nordest. Ma presenti saranno, oltre al patriarca Angelo Scola, anche una cinquantina di vescovi, alcuni provenienti da oltre confine. Quei confini che sono tutti geografici ma che di fatto la fede non conosce.«Seguiamo da vicino il passaggio del Pontefice perché porterà con sé la grazia, ricevuta da Gesù, di ravvivare la fede di ognuno di noi e delle nostre Chiese di Gorizia, Udine, Trie- ste e Concordia-Pordenone» scrivono ai loro fedeli gli arcivescovi di Gorizia, Dino De Antoni, di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, di Trieste, Giampaolo Crepaldi e il vescovo di Concordia-Pordenone, Giuseppe Pellegrini. Ad Aquileia si sono fermati, negli ultimi 40 anni, Paolo VI (16 settembre 1972) e Giovanni Paolo II (dal 30 aprile al 3 maggio 1992). «Mentre la Chiesa riconosce la santità di questo suo pastore, accogliamo nelle nostre terre Benedetto XVI – è l’invito dei vescovi – che la Provvidenza ha chiamato a raccogliere il testimone di Giovanni Paolo II. Egli quotidianamente conferma nella fede noi, suoi fratelli, con tale forza e coerenza evangelica che gli possono venire solo dalla preghiera di Gesù, la quale continua a custodire il suo Vicario nella Chiesa ». «Confermaci nella fede» è il tema della visita apostolica di Ratzinger ad Aquileia e Venezia, tra il 7 e l’8 maggio. «Con umiltà dobbiamo confessare che anche nella nostra regione – riconoscono i vescovi – i cristiani hanno bisogno di essere confermati nella fedeltà a Gesù, al suo Vangelo e alla grande Tradizione cristiana che ha generato la nostra civiltà». «Ma il Papa – puntualizza l’arcivescovo De Antoni – parlerà non solo ai credenti, ma anche a coloro che credono in modo diverso o che ritengono di non credere ». «Dal Pontefice abbiamo bisogno di sentire parole di certezza in un momento che non potrebbe essere più incerto, soprattutto per i giovani – afferma anche il presidente della Regione, Renzo Tondo –. Quindi parole di fiducia, di speranza. Sia per chi ha il dono della fede, sia per chi non lo ha». Un’incertezza consegnata a queste popolazioni anche dalla crisi economica, occupazionale in particolare. Ecco perché l’arcidiocesi di Gorizia ha creato un fondo di solidarietà per gli impoveriti dalla crisi e l’arcivescovo De Antoni ha impegnato tutti i sacerdoti a versare una mensilità l’anno. Ed ecco perché la stessa Chiesa isontina ha limitato le spese per la visita del Papa, tagliando ogni gadget per destinare i risparmi a questo fondo, mentre, come in tutte le 15 diocesi del Nordest, i fedeli stessi hanno provveduto a sostenere l’impegno economico della visita con una colletta.«Proprio per non gravare nei bilanci pubblici, che sono in difficoltà», come ha sottolineato lo stesso De Antoni.