Norcia. Un Centro di Comunità per ripartire dopo il terremoto
Un momento dell'inaugurazione(Siciliani)
Un solo piano fuori terra, rettangolare, per una superficie complessiva di 266 metri quadrati ed un volume di 1.105 metri cubi. Un salone di 170 metri quadrati, divisibile in tre ambienti, tre stanze per attività, depositi e servizi. Tutto antisismico. Sono le principali caratteristiche del Centro di Comunità inaugurato a Norcia, presso il complesso della Madonna delle Grazie (la chiesa è crollata e il vecchio convento dei Cappuccini è da abbattere), progettato e realizzato da Caritas italiana, con il sostegno della delegazione Caritas Nord-Est.
La Caritas nelle zone colpite dai terremoti, tra l’altro, interviene con la costruzione di questi centri polifunzionali, di pubblica utilità nelle emergenze, pensati come luoghi per la liturgia e le attività pastorali, sociali, culturali e ricreative. Questo di Norcia è il primo realizzato in Valnerina (altri quattro ne sorgeranno) dopo i terremoti di dieci e otto mesi fa che hanno distrutto case, chiese, edifici pubblici, ma soprattutto la speranza delle persone che in questo territorio per la terza volta in trentotto anni devono ricostruire l’abitazione e il tessuto sociale delle comunità.
I locali sono stati benedetti dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, alla presenza dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, don Francesco Soddu direttore di Caritas italiana, don Marco Rufini parroco di Norcia, don Marino Callegari delegato Caritas Nord-Est, Giorgio Pallucco direttore Caritas Spoleto-Norcia, Catiuscia Marini presidente della Regione Umbria, Nicola Alemanno sindaco di Norcia, oltre naturalmente ai fedeli nursini.
«Sono lieto di essere di nuovo tra voi – ha detto il cardinale Bassetti – per portarvi il mio saluto e quello di tutta la Chiesa italiana. Siamo qui per inserire un ulteriore tassello nel grande progetto di rinascita di questa cara città di Norcia e del suo territorio. Un segno di risurrezione per una terra che l’Italia, ma oserei dire il mondo intero, guarda con ammirazione e con sentimenti di umana sofferenza e solidarietà: la terra di san Benedetto cara a molti popoli d’Europa e del mondo. In questi luoghi non meritano abbandono né uomini, né bestie e nemmeno le antiche pietre crollate, incastonate nei secoli come fossero gioielli preziosi. Questi luoghi – ha proseguito il presidente della Cei – devono tornare a nuova vita, lo vogliono con forza gli abitanti che restano nei pressi delle loro case e anche quelli che se ne allontanano soltanto per riprendere forza, e che vogliono tornare per ricominciare la vita di sempre, lenta ma fattiva».
«Il sisma – ha aggiunto poi l’arcivescovo Boccardo – ha privato Norcia di tutte le chiese e questo Centro è il segnale con cui la comunità cristiana dà volto all’urgenza di azioni concrete. Abbiamo bisogno di vedere che ricostruire non solo è possibile ma si può fare. Un conto sono le dichiarazioni, altro le realizzazioni». Il presule ha voluto che nel Centro ci fosse un’immagine della Madonna Addolorata, cui la gente di Norcia è molto devota, recuperata intatta da sotto le macerie dell’omonima chiesa. Il quadro è stato svelato dai due Vigili del Fuoco protagonisti del salvataggio.