Chiesa

Milano. Entra in vigore il nuovo Messale ambrosiano

Lorenzo Rosoli domenica 17 novembre 2024

L'arcivescovo di Milano, Delpini

«L’introduzione della seconda edizione del Messale Ambrosiano è occasione per riprendere il tema del celebrare, per rendere le celebrazioni attrattive e edificanti per tutto il popolo di Dio». Inoltre: «Il Messale può essere illuminante anche per la preghiera personale. Per noi ambrosiani, la ricchezza dei prefazi è un’autentica miniera di spiritualità». Così l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, scriveva nella proposta pastorale 2024-2025 Basta. L’amore che salva e il male insopportabile.

Ebbene: il giorno è arrivato. Oggi – 17 novembre, prima Domenica dell’Avvento ambrosiano – entra in vigore il nuovo Messale. O, più precisamente, la seconda edizione del Messale Ambrosiano, la cui prima edizione – realizzata durante l’episcopato del cardinale Giovanni Colombo – risale al 1976, mentre l’ultimo aggiornamento è del 1990 - quando era arcivescovo il cardinale Carlo Maria Martini.

Annunciata da Delpini lo scorso 20 febbraio, in Duomo, al termine della celebrazione penitenziale quaresimale per il clero, la seconda edizione è stata promulgata il 28 marzo, Giovedì Santo, durante la Messa Crismale. Oggi alle 17.30 in Cattedrale Delpini presiede la Messa della prima Domenica d’Avvento (nel corso della quale si ricorda anche l’80° di Coldiretti: diretta su chiesadimilano.it e sul canale YouTube della diocesi). E si servirà del nuovo Messale: che lo stesso presule – ieri sera nella chiesa dell’oratorio San Rocco di Seregno (Monza), in occasione della veglia d’inizio Avvento con i 18 e 19enni – ha idealmente consegnato ai giovani della diocesi perché se ne facciano “ambasciatori” nelle comunità.

La seconda edizione del Messale sarà utilizzata non solo nelle parrocchie di rito ambrosiano dell’arcidiocesi di Milano, ma anche nelle parrocchie delle diocesi di Bergamo, Lodi, Lugano e Novara che seguono lo stesso rito. Il libro liturgico – ricorda inoltre una nota diffusa dall’arcidiocesi – è stato inviato ad altre chiese fra cui le quattro Basiliche papali maggiori, a Roma, la basilica di San Francesco ad Assisi, i santuari mariani di Loreto, Lourdes e Fatima, la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme e quella della Natività a Betlemme.

Il nuovo Messale – che ha comportato anche un intervento di ripensamento grafico – è il frutto di un importante lavoro di revisione che ha riguardato sia la composizione sia il contenuto. Le novità qualificanti? Anzitutto: la riorganizzazione del Tempo Ordinario, le cui 32 domeniche – in linea con la nuova scansione dell’Anno Liturgico – sono state ripartite nei Tempi “dopo l’Epifania” (dall’Epifania alla Quaresima) e “dopo Pentecoste” (dalla Pentecoste all’Avvento). L’introduzione di nuovi santi e beati ha inoltre reso necessario un aggiornamento del Santorale o “Proprio dei Santi”. Ora, dunque, ci sono le Messe complete di figure care ai fedeli ambrosiani come santa Gianna Beretta Molla (28 aprile), san Paolo VI (30 maggio) e i beati Alfredo Ildefonso Schuster (30 agosto) e Carlo Gnocchi (25 ottobre). Sul piano dell’aggiornamento del linguaggio: alcuni testi liturgici sono stati rivisti per renderli più attuali e vicini alla sensibilità contemporanea. Sul versante dei nuovi testi liturgici: sono stati introdotti nuovi brani, come un secondo prefazio per la domenica della Santissima Trinità, e la Messa “Chiesa dalle genti”, arricchendo e rinnovando così la preghiera liturgica ambrosiana. Una particolare attenzione è stata inoltre posta alla revisione delle Messe per i defunti. L’obiettivo: esprimere meglio il senso della morte e l’annuncio della speranza cristiana nella vita futura.

© riproduzione riservata