È morto il vescovo di Shanghai
Joseph Fan Zhongliang, presidente della conferenza episcopale
cattolica clandestina di Cina, vicina al Vaticano. Il presule è
deceduto, secondo informazioni di gruppi cattolici, domenica
scorsa all'età di 96 anni. Poco dopo la sua morte, secondo il
racconto di alcuni testimoni oculari, funzionari governativi
gli avrebbero rimosso la berretta in segno del non
riconoscimento del suo status episcopale, permettendo però due
giorni di lutto alle persone andate a onorare la salma del
vescovo gesuita. Fan era nato nel 1919 e battezzato a 14 anni,
entrando nei gesuiti nel 1938 e ordinato prete nel 1951. Quattro
anni dopo, insieme al vescovo di allora Ignatius Kung (Gong
Pin-mei, che divenne poi cardinale) e a diversi preti, fu
arrestato e condannato a 20 di carcere nella provincia del
Qinghai, durante i quali il suo lavoro era quello di portare e
seppellire defunti al cimitero. Nel 1985, dopo essere ritornato
a Shanghai, su ordinato vescovo ausiliare della capitale
economica cinese e successe nel 2000 al cardinale Kung alla
morte di questi. A Shanghai è ancora agli arresti domiciliari,
ufficialmente "in ritiro", il vescovo ausiliare Thaddeus Ma
Daqin, nell'omelia della sua ordinazione vescovile, si dichiarò
vicino al Papa e fuori dalla chiesa patriottica gestita dal
governo cinese. Ma Daqinsi trova nel seminario di Sheshan, poco
fuori Shanghai e da luglio del 2012 non esce in pubblico, le
autorità hanno sospeso il suo ministero per due anni.