Il lutto. Morto in Brasile il cardinale Majella Agnelo: aveva 89 anni
Il cardinale Majella Agnelo in una foto d'archivio
«La sua vita è stata segnata da un grande amore per la Chiesa e da una continua dedizione alle cose della Chiesa, a servizio della fede e della testimonianza della vita cristiana. Dom Geraldo ha sempre mostrato un grande zelo per la liturgia, per la buona formazione dei sacerdoti e del popolo cattolico e per la fedeltà senza condizioni al Papa e alla Chiesa. È stato interprete della retta riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II».
Così si legge nel comunicato della presidenza della Conferenza episcopale brasiliana per la morte del cardinale Geraldo Majella Agnelo, che della stessa Conferenza episcopale era stato presidente dal 2003 al 2007.
Il porporato aveva 89 anni e si è spento a Londrina, nello Stato del Paraná, dove risiedeva dal 2014. Colpito lo scorso dicembre da un ictus cerebrale, le sue condizioni si erano aggravate nei giorni scorsi fino al decesso ieri mattina. Majella Agnelo era nato il 19 ottobre 1933 a Juiz de Fora, nello Stato di Minas Gerais, era stato ordinato sacerdote nel 1957 e alla fine degli anni ’60 aveva studiato liturgia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo a Roma.
Nel 1978 era stato nominato vescovo di Toledo, nello Stato del Paraná, nel 1982 era stato nominato arcivescovo di Londrina e nel 1991 era stato chiamato a lavorare in Vaticano come segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Nel 1999 era tornato in Brasile per guidare l’arcidiocesi di São Salvador da Bahia, ricevendo la porpora nel 2001. Con la morte del cardinale Majella Agnelo il Collegio cardinalizio risulta ora composto da 221 cardinali, di cui 120 elettori e 101 non elettori.
Papa Francesco ha inviato un telegramma al cardinale Sergio Da Rocha, arcivescovo metropolitano di San Salvador de Bahia, per esprimere le sue condoglianze. "Le mie preghiere - scrive Francesco - sono anche di gratitudine a Dio per i lunghi anni del suo servizio dedicato alla santa madre Chiesa, sempre guidato dallo zelo apostolico, nelle varie missioni affidategli come vescovo di Toledo, arcivescovo di Londrina, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e infine, arcivescovo primate del Brasile e presidente della Conferenza episcopale".
Papa Francesco invia quindi all'arcivescovo Da Rocha "e a tutti coloro che si uniscono in preghiera per l'eterno riposo" del cardinale defunto, la sua benedizione apostolica quale "pegno di consolazione e di speranza nella vita eterna".