Argentina. Addio a Nora Cortiñas, madre di Plaza de Mayo. La sua intervista ad Avvenire
Nora Cortinas
Quando, come ogni giovedì, ieri, le donne dal fazzoletto bianco si sono messe a camminare intorno alla Piramide di Plaza de Mayo, il pensiero era rivolto a lei: Norita, la grande assente. Un intervento di ernia aveva costretto Nora Morales de Cortiñas, storica presidente delle Madres de Plaza de Mayo-Línea Fundadora, a saltare la marcia delle Madres che, puntuale, proseguiva, settimana dopo settimana, dal 1977. Poche ore dopo, l'annuncio della morte di Nora, a 94 anni, nella tarda serata del 30 maggio: un giovedì, giorno clou della sua esistenza. A darne l'annuncio la stessa organizzazione da lei co-fondata per chiedere verità e giustizia sui 30mila scomparsi dell'ultima dittatura argentina (1976-1983). L'omaggio oggi, a Castelar, cittadina a un'ora da Buenos Aires, dove viveva. Con una richiesta - in pieno "stile Norita", come veniva affettuosamente chiamata -: "Niente fiori, meglio un contributo per le Madres".
L'ex casalinga diventata una delle più note attiviste per i diritti umani si è spenta senza sapere cosa fosse accaduto al figlio Gustavo, 24 anni, militante della gioventù peronista, rapito nell'aprile del 1977. Fino alla fine, ha portato la sua foto sempre appesa al petto: il modo per sottrarre all'oblio lui e tutte le vittime di una delle pagine più oscure della storia nazionale.
Nora è apparsa per l'ultima volta in pubblica il 24 marzo scorso, all'evento per il 48esimo anniversario del golpe che portò i generali al potere. Era apparsa preoccupata per le dichiarazioni del presidente ultra-liberista Javier Milei in cui contestava le cifre dei desaparecidos.
Norita aveva rilasciato la sua ultima intervista ad "Avvenire" alla fine di gennaio, nella casa di Castelar. Avvenire l'ha pubblicata lo scorso 14 maggio, nell'ambito del progetto "Donne per la pace", promosso dal quotidiano, a cui la leader delle Madre aveva aderito con entusiasmo. Nel colloquio con Lucia Capuzzi aveva raccontato il percorso che da semplice casalinga l'ha portata a diventare insieme ad altre madri di giovani fatti sparire dal regime di Videla un'attivista impegnata nella ricerca della verità, della giustizia e della libertà.