Chiesa

Coronavirus. Montecassino “sospende” le celebrazioni per san Benedetto

Augusto Cinelli venerdì 20 marzo 2020

Un'immagine di San Benedetto

L’emergenza per l’epidemia del coronavirus ferma anche le celebrazioni per san Benedetto da Norcia fissate a domani, giorno del transito del patrono d’Europa.
A Montecassino, il monastero benedettino che custodisce le spoglie mortali del santo, annullate tutte le manifestazioni dei “Giorni di san benedetto”, programma di eventi culturali e celebrazioni religiose che si protrae ogni anno per una decina di giorni e culmina nella Messa solenne del 21 marzo nella Basilica–Cattedrale dell’abbazia. In un messaggio diffuso nei giorni scorsi, l’abate dom Donato Ogliari e la comunità monastica manifestano la necessità di «recepire e condividere la preoccupazione della Chiesa che è in Italia affinché tutti affrontino l’emergenza sanitaria in corso con vivo senso di responsabilità, attenendosi alle misure restrittive emanate dal governo». Allo stesso tempo assicurano «la diuturna preghiera per la Chiesa e per il mondo, in particolare per quei fratelli e quelle sorelle che più aspramente stanno lottando contro l’epidemia in corso, affidando tutti all’intercessione dei santi Benedetto e Scolastica». Gli stessi sentimenti pervadono in questi giorni l’abate di Subiaco (Roma) dom Mauro Meacci e i confratelli delle comunità del Sacro Speco e di santa Scolastica, custodi e testimoni del messaggio benedettino laddove iniziò l’esperienza del santo di Norcia, dapprima in forma eremitica e poi come guida di altri monaci. Pur nell’assenza di celebrazioni solenni, anch’essi si raccoglieranno in preghiera per l’Italia e per il mondo, invocando l’intercessione di Benedetto.
E proprio l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo ha inviato un messaggio per la festa patronale. Il presule ha rievocato la figura del santo che nacque proprio nella città umbra di Norcia attorno al 480. E non ha dimenticato nel suo intervento il dramma sociale del post-terremoto che ha messo in ginocchio questo pezzo di Umbria. Quest’ anno, inoltre, «si aggiunge la precarietà e l’impotenza che tutti esperimentiamo di fronte ad un nemico subdolo e invasivo e particolarmente dannoso come il coronavirus», ha spiegato.«La conseguente doverosa assunzione di modalità di comportamento per contrastarne la diffusione – ha aggiunto il presule –, ci fa sentire ancora più vulnerabili e indifesi, venendo a sovrapporsi ad una situazione già fragile, che genera pericolosamente solitudine e isolamento».