Lutto. È morto l'arcivescovo Verucchi, sabato i funerali a Modena e Ravenna
Monsignor Giuseppe Verrucchi
La Chiesa è in lutto per la morte monsignor Giuseppe Verucchi, arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, morto mercoledì 12 febbraio 2025, all’età di 87 anni.
Sabato 15 febbraio è la data in cui verranno celebrate le esequie di monsignor Verucchi: prima la liturgia funebre sarà celebrata alle 10.30 nel Duomo di Modena, città dove risiedeva l'arcivescovo emerito dopo aver compiuto 75 anni d'età. A seguire il rito verrà celebrato anche alle 15.30 nella Cattedrale di Ravenna, dove fedeli e sacerdoti potranno dare un ultimo saluto all’arcivescovo che per quasi tredici anni aveva guidato l’arcidiocesi di Ravenna-Cervia.
La salma di monsignor Verucchi dopo essere stata esposta a Modena (Terracielo Funeral Home) verrà trasferita nella chiesa di San Bartolomeo Apostolo, a Formigine, sempre nel Modenese, dove era stato parroco.
Nato il 23 novembre 1937 a Miceno di Pavullo nel Frignano, monsignor Verucchi è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1961. È stato cappellano di Castelnuovo Rangone dal 1961 al 1971, quindi come detto ha ricoperto il ruolo di parroco di Formigine dal 1971 al 1986 e di Fiorano Modenese dal 1997 al 2000.
A livello diocesano, ha ricoperto i ruoli di vicario generale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola dal 1986 al 1997, presidente provinciale della Federazione italiana scuole materne (Fism), direttore dell’Ufficio diocesano di Arte Sacra e Beni Culturali e delegato arcivescovile per i rapporti con le Soprintendenze e gli Enti Culturali.
Il 9 maggio 2000 fu eletto da san Giovanni Paolo II Arcivescovo metropolita di Ravenna-Cervia, venendo ordinato a Modena, in Piazza Grande, il 13 maggio del medesimo anno e prendendo possesso dell’arcidiocesi il 3 giugno seguente. Dal 2013, divenuto arcivescovo emerito, risiedeva a Modena, dove, fino a quando le forze glielo hanno consentito, si è posto generosamente a servizio della Chiesa locale.
«Don Giuseppe, come generazioni di fedeli lo hanno sempre chiamato, è stato un punto di riferimento nella vita di fede per tanti modenesi, oltre che per i suoi diocesani di Ravenna-Cervia – ha ricordato l’arcivescovo di Modena-Nonantola, Erio Castellucci – . Negli ultimi anni, quando da arcivescovo emerito era tornato nella “sua” Modena, ho avuto modo di conoscerne e stimarne lo zelo pastorale e l’attenzione verso i confratelli, oltre alla grande generosità nel mettersi a disposizione e spendersi per la nostra Chiesa locale».
Dall'arcidiocesi di Ravenna-Cervia, in una nota stampa, ricordano che nel motto “Ut unum sint” è condensata gran parte della missione pastorale arcivescovo emerito, che ha sempre avuto l’unità e la comunità tra i principali obiettivi. Durante il suo episcopato è stato ristrutturato e riaperto il Museo arcivescovile e avviato il progetto per la nuova sede dell’Archivio arcivescovile e della biblioteca diocesana. Suo l’impulso al restauro di Santa Giustina e alla costruzione della nuova parrocchia della Madonna della Neve della Malva a Cervia. In tanti lo ricordano anche come appassionata guida di decine di pellegrinaggi in Terra Santa.
Ogni anno tornava per gli appuntamenti più importanti della vita della Diocesi di Ravenna – Cervia, la Messa Crismale del mercoledì santo e la festa di Sant’Apollinare.