Chiesa

Nomina. Dottrina della Fede, Fernández prefetto. Il Papa: dar ragione della speranza

Gianni Cardinale domenica 2 luglio 2023

Victor Manuel Fernández, arcivescovo di La Plata (Argentina), nominato prefetto del Dicastero per la dottrina della fede

Papa Francesco ha nominato monsignor Víctor Manuel Fernández, finora arcivescovo di La Plata, prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede e presidente della Pontificia Commissione biblica e della Commissione teologica internazionale. Prenderà possesso degli incarichi a metà settembre, succedendo al cardinale gesuita spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer, 79 anni, in carica dal 2017, che il Pontefice ha ringraziato a conclusione del suo mandato. Conosciuto da tempo e molto stimato dal Pontefice, sarà il primo latinoamericano a ricoprire questi incarichi.

Monsignor Fernández, argentino, 61 anni il prossimo 18 luglio, originario della Provincia di Córdoba, è stato ordinato sacerdote nel 1986 per la diocesi di Villa de la Concepción del Río Cuarto. Ha conseguito la licenza in Teologia con specializzazione biblica presso la Gregoriana e successivamente il Dottorato presso la Facoltà di Teologia di Buenos Aires.

Dal 1993 al 2000 è stato parroco e nella sua diocesi ha svolto anche il servizio di formatore del Seminario, di direttore per l’ecumenismo e di direttore per la catechesi. Nel 2007 ha partecipato alla V Conferenza dei vescovi latinoamericani ad Aparecida, in Brasile, come sacerdote rappresentante dell’Argentina e, successivamente, come membro del gruppo di redazione del documento finale, presieduto dall’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio.

Dal 2008 al 2009 è stato decano della Facoltà di teologia della Pontificia Università Cattolica Argentina, di cui è stato rettore al 2009 al 2018. Il 13 maggio 2013 papa Francesco, eletto da un paio di mesi, lo ha elevato alla dignità di arcivescovo. Fernández ha partecipato, come membro, ai Sinodi dei vescovi del 2014 e del 2015 sulla famiglia, nei quali ha fatto parte anche dei gruppi di redazione. Nell’Assemblea della Conferenza episcopale argentina del 2017 è stato eletto presidente della Commissione dottrinale. Nel 2018 Francesco lo ha nominato arcivescovo di La Plata.

Nella nota biografica che accompagna l’annuncio della nomina si specifica che Fernández «tra libri e articoli scientifici, ha più di 300 pubblicazioni, molte delle quali tradotte in varie lingue». Scritti che «mostrano un’importante base biblica ed un costante sforzo di dialogo della teologia con la cultura, la missione evangelizzatrice, la spiritualità e le questioni sociali». La nota elenca per esteso i titoli di una cinquantina di queste pubblicazioni.

Il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede pubblica inoltre una lunga lettera del Papa al nuovo prefetto. In essa il Pontefice riconosce che «il Dicastero in altre epoche arrivò ad utilizzare metodi immorali». «Furono tempi – scrive Francesco – dove più che promuovere il sapere teologico si perseguitarono possibili errori dottrinali. Quello che spero da voi è senza dubbio qualcosa di molto differente». Il Papa quindi precisa che oggi il Dicastero deve avere «la finalità centrale» di «custodire l’insegnamento che nasce dalla fede» per - come puntualizza il n. 271 dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium – «dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che puntano il dito e condannano».

Nella lettera del Papa, che porta la data del 1° giugno scorso, in particolare raccomanda come «criterio fondamentale» quello di «considerare inadeguata qualsiasi concezione teologica che in ultima analisi metta in dubbio l’onnipotenza stessa di Dio, e in particolare la sua misericordia», così come si trova scritto nel documento pubblicato dalla Commissione teologica internazionale nel 2007 su “La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo”.

Venerdì scorso Fernández ha postato sui social una foto con Francesco spiegando di aver passato l'ultima settimana a Roma vicino al Papa e scrivendo che il Pontefice «lavora tutto il giorno, ha udienze e riunioni la mattina e il pomeriggio, lavora più ore di chiunque altro in Vaticano, lo vedono stanco dopo cinque ore di impegni ma dopo la siesta era perfetto e felice».