Milano. Otto sacerdoti rispondono a cuore aperto alle domande dei giovani
gli otto sacerdoti coinvolti nell'iniziativa
Dialoghi aperti e senza schemi precostituiti, domande che vanno al cuore dell’esistenza, racconti che testimoniano cosa tiene in piedi la vita quando la vita traballa. I giovani chiedono, otto preti rispondono. Evitando di ricorrere a dotte citazioni o di riproporre teorie, ma mettendosi in gioco personalmente. Il format è insolito, l’hanno chiamato “Con tutto il nostro umano”, si rivolge a un pubblico di giovani chiedendo loro di non essere semplici spettatori ma di interagire con i sacerdoti chiamati a portare la loro testimonianza. E a raccontare come fanno i conti con le domande sulla vita che in un tempo di crisi come quello che attraversiamo sono diventate ancora più brucianti e che li sfidano ad andare alla radice della loro vocazione. Accade a Milano, mettendo a confronto ogni volta due preti che affrontano un tema con due prospettive differenti. Si comincia il 4 novembre con “Bibbia vs social, la Parola e il like”, con Franco Manzi, biblista noto per i suoi studi su San Paolo, e Alberto Ravagnani, scrittore e molto popolare sui social. Seguiranno “Cappuccino vs Domenicano: l’affetto e la ragione” con Roberto Pasolini, cappuccino biblista noto per le sue predicazioni, e Marco Rainini, domenicano e storico della Chiesa (16 dicembre); “Tradizione vs Cambiamento: i primi secoli e l’era post-cristiana” con Carlo De Marchi, educatore dell’Opus Dei appassionato di letteratura, e Pierluigi Banna, docente di patrologia e cresciuto nel movimento di Cl (7 aprile 2025); “Beccaria vs Liturgia: il peccato e il perdono” con Claudio Burgio, cappellano al carcere minorile Beccaria di Milano, e Norberto Valli, liturgista esperto di rito ambrosiano (19 maggio). Sede degli incontri, promossi dall’associazione Kayros, sarà il Centro Culturale di Milano.
«Per molti giovani i preti sono marziani, gente che vive su un altro pianeta, io ne ho conosciuti due che hanno lasciato un segno importante nella mia vita, mi interessa dialogare su cosa è stato decisivo per la vocazione e cosa c’entra la fede con la vita - racconta Stefano, uno dei giovani che promuove l’iniziativa -. Abbiamo pensato a una formula interattiva e coinvolgente: realizziamo alcuni video che presentano impressioni raccolte tra i coetanei, offriamo un QRcode per inviare domande durante gli incontri, che potranno essere seguiti in live su un canale Instagram (contuttoilnostroumano) e nel quale presentiamo gli otto preti e raccogliamo testimonianze tra la gente». Anche Lidia è tra i promotori: «Mi interessa capire come si sono accorti che Dio li chiamava, penso che Dio chiama tutti ma ciascuno per nome, ognuno viene raggiunto con una modalità particolare. Anche la preparazione degli incontri si sta rivelando per noi un’esperienza affascinante: siamo giovani con storie e sensibilità diverse ma accomunati da domande sull’esistenza che chiedono risposte verificabili nella pratica quotidiana, non considerazioni accademiche, riflessioni spirituali o formule astratte che non servono per vivere».
I sacerdoti racconteranno come vivono la gioia e la fatica del loro impegno, l’esperienza del fallimento, la paura di non farcela, l’incomprensione delle scelte da parte dei superiori. Un dialogo con uomini che si mettono in gioco con tutto il loro umano e raccontano come si incontra Dio attraverso le più diverse circostanze, per scoprire ciò per cui siamo fatti: “What I was made for”, come recita il titolo della celebre canzone di Billie Eilish scelto per accompagnare il lancio dell’iniziativa.