Fede & salute. A Milano il Covid non ferma le benedizioni di Natale
Monsignor Delpini in Duomo
Il Covid-19 non ferma le visite e le benedizioni delle famiglie in occasione del Natale. Un gesto atteso – ancor più in questo tempo di pandemia – e profondamente radicato nella tradizione ambrosiana. Ma chi effettua la visita – sacerdote, consacrato o laico – non potrà essere accompagnato e la dovrà svolgere da solo. Non basterà la «semplice mascherina chirurgica», ma dovrà indossare «una mascherina FFP2 o FFP3 senza valvola». La visita a casa «avrà una durata massima di circa 10 minuti». E – attenzione – saranno visitate «esclusivamente le famiglie che hanno fatto richiesta oppure quelle che hanno ricevuto precisa comunicazione circa il giorno e l’ora della visita in modo che possano essere debitamente preparate».
Responsabilità reciproca. Così si legge nella nota dell’Avvocatura della Curia di Milano diffusa ieri con un intervento del vicario generale, il vescovo ausiliare Franco Agnesi (i testi integrali). Le disposizioni dell’Avvocatura mirano a conciliare due esigenze – la tutela della salute e il recupero della relazione con i fedeli dopo i mesi del lockdown – e chiamano alla reciproca responsabilità i fedeli visitati e i «ministri» incaricati della visita. «I fedeli saranno avvertiti – spiega la nota dell’Avvocatura – che non è possibile visitare le case in cui vive chi ha avuto sintomi influenzali o temperatura corporea superiore ai 37,5°C negli ultimi tre giorni; chi si trova in quarantena o in isolamento; chi ha avuto contatti con persone positive al Covid-19 negli ultimi 14 giorni; chi ha soggiornato o è transitato da Paesi stranieri o aree nazionali ritenute a rischio negli ultimi 14 giorni e non ha ricevuto esito negativo dall’esame diagnostico per il Covid-19». Allo stesso modo, non potrà effettuare la visita il «ministro» che si trovasse nelle stesse circostanze. Ai fedeli verrà inoltre spiegato che durante la visita «si sosterà, se possibile, in un ambiente che sarà arieggiato prima e dopo il momento della preghiera oppure ci si fermerà sulla soglia». Tutti i presenti dovranno indossare la mascherina e tenere la distanza interpersonale di un metro.
La nota del vicario generale. Con queste indicazioni la diocesi di Milano vuole aiutare le comunità a «immaginare la visita e a pensarne le condizioni di praticabilità in una adeguata sicurezza», sottolinea Agnesi nella sua nota. L’arcivescovo Mario Delpini «nella sua lettera pastorale ci invita a dare particolare importanza» a questo gesto: un’esortazione che «raccoglie il valore di una tradizione antica e lo intreccia con il coraggio apostolico di una Chiesa che "esce a evangelizzare"», annota il vicario generale additando l’insegnamento di san Carlo Borromeo «al tempo della peste» e quello degli «arcivescovi più vicini al nostro tempo». «La visita alle famiglie – riprende Agnesi – vuole essere eco e annuncio della visita che il Figlio di Dio, il Verbo, fa all’umanità "piantando la sua tenda in mezzo a noi". In questo senso essa appare come messaggio di grazia e di luce in una situazione di oscurità e incertezza. Nella triste esperienza della pandemia, dolore e silenzi, solitudini e paure, speranze e generosità, attendono l’annuncio del farsi prossimo di Dio e del suo popolo santo che versano l’olio della consolazione e della benedizione».
La lettera di Delpini. La «complessità» di questo tempo segnato dalla pandemia «rende oltremodo impegnativa la visita natalizia», riconosce il vicario generale. «La potremo realizzare secondo modalità per certi versi inedite, individuate in ogni comunità attraverso un discernimento evangelico responsabilmente svolto dal consiglio pastorale». Nella situazione attuale «il dono dell’ascolto, la grazia di una parola e la preghiera condivisa rivelano una sapienza che giunge come consolazione e aiuto per rileggere nella fede un tempo tanto tribolato quanto promettente». La visita potrà anche essere l’occasione per donare alle famiglie la lettera Benedetto pranzo di Natale (disponibile dal 22 ottobre) che l’arcivescovo Delpini «invia alle famiglie per il Natale. La sua parola, insieme agli auguri fraterni, porta motivi autentici di gioia e di speranza».