Chiesa

Parigi. La prima Messa a Notre-Dame. Il vescovo: «Questo nuovo altare ci riunisca»

Daniele Zappalà, Parigi domenica 8 dicembre 2024

La celebrazione della prima Eucaristia a Notre-Dame per la riapertura al culto della cattedrale

Le colonne leggere d’incenso sul nuovo sobrio altare in bronzo, proprio laddove cinque anni fa fumavano invece le macerie. Sotto le splendide volte ricostruite della Cattedrale di Notre-Dame, la Solennità dell’Immacolata ha offerto il regalo più atteso dai fedeli, non solo parigini: il gran ritorno del luogo simbolo della Francia credente alle liturgie, con la prima Messa di Consacrazione dell’altare.

«Questa mattina, la pena del 15 aprile 2019 è stata cancellata», ha esordito monsignor Laurent Ulrich, arcivescovo di Parigi, rievocando il tragico rogo che aveva spezzato il cuore di milioni di cristiani e non solo, ben al di là della Francia. Ma fin da allora, al «cantiere del secolo» non è mai mancato il sostegno più importante, ha sottolineato il presule: «La preghiera era già segno d’una speranza ben reale». Poi, l’omelia, tutta tesa a ricordare che «i burroni fra gli uomini possono essere colmati», giacché da sempre «i credenti sperimentano che il Signore non abbandona i suoi», esercitando la sua libertà che sfugge all’intendimento umano.

Le parole dedicate al rito centrale del giorno, attorno all’altare, hanno invece insistito sul bisogno di andare oltre le apparenze: «La materia scelta dall’artista, il bronzo, entra, come vedete, in un dialogo franco con l’edificio. Come fuoriuscendo dalla terra per il sacrificio, l’altare sarà preparato come una tavola fraterna per il pasto del Signore». Ma la materia è solo un simbolo: «È Cristo che mettiamo qui al centro della nostra Eucaristia, al centro della nostra assemblea». In altri termini, sarebbe fuorviante restare, da esteti, semplici spettatori della sfolgorante Cattedrale rinnovata, o anche solo dell’altare: «Con quanto amore circonderemo quest’altare, segno del Cristo! Non è certo un oggetto magico, ma uno strumento attraverso il quale apprenderemo a vedere Cristo in mezzo a noi, come la solida roccia alla quale s’aggrappa la nostra fede, come il calvario dove si scopre fin dove giunge il dono di sé e l’amore totale, come la tavola attorno a cui Cristo forma i suoi discepoli».

Molto toccante la successiva aspersione con l’acqua, in mezzo all’incenso e all’onda bianca delle talari dei concelebranti: circa 170 vescovi non solo francesi, ma anche più di un centinaio di sacerdoti dell’Arcidiocesi di Parigi, oltre ai pastori delle Chiese cattoliche di rito orientale. Ad assistere alla Liturgia, pure rappresentanti di altre religioni, oltre alle autorità civili, a cominciare dal presidente Emmanuel Macron con la consorte, e a personalità del mondo cattolico, fra cui Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.

Un momento della consacrazione del nuovo altare nella cattedrale di Notre-Dame - Ansa

Il senso della riapertura è stato ribadito da monsignor Ulrich in questi termini: «Notre-Dame riapre le sue porte per riunirci. Ci iscriviamo in una lunga catena umana che non cessa di trovare rifugio in questo luogo. I fedeli, i pellegrini e i visitatori che convergono qui annunciano la realizzazione del disegno di Dio che vuole l’unità dei suoi figli sparpagliati». Fra gli splendidi rosoni policromi, pure la sorpresa del movimento offerto dal volo di una coppia di piccioni che hanno contrappuntato anche l’attesissimo momento dell’Eucaristia, sullo sfondo di un delicato cuscino sonoro, grazie all’organo monumentale interamente restaurato.

Per l’arcivescovo Ulrich, che al momento del rogo non era stato ancora nominato a Parigi, si tratta di fatto dell’arrivo vero e proprio sulla propria “cattedra”. Entro Natale, è ora prevista un’ottava di celebrazioni specialmente dedicate a quanti si sono battuti per il salvataggio dell’edificio e per la ricostruzione, o hanno sostenuto il cantiere finanziariamente. Ma a riprova che Notre-Dame vuole restare un luogo «per tutti», pure la presenza, alla Messa inaugurale, di portatori d’handicap anche in prima fila, vicino al capo dell’Eliseo.