Omelia Bagnasco ai parlamentari. «Natale è cambiamento»
Fratelli e Sorelle nel Signore,
come ogni anno, la prossimità del Natale ci invita alla preghiera comune e alla riflessione. Il tempo liturgico è carico di un particolare insegnamento, e anche l’Avvento non deve passare senza averci lasciato un frutto, senza che ci lasciamo plasmare dalla Parola di Dio e dal mistero di salvezza che celebriamo. Il colore viola ci ricorda che questo è un tempo di preparazione e di attesa, di conversione e di serio esame di coscienza. Giovanni Battista ne è il protagonista, lui che ha preparato la venuta del Salvatore: senza conversione – sembra dire anche a noi il Precursore – non c’è Natale; senza cambiamento di vita la nostra fede è vuota.
1. Si tratta dunque di preparare la vita al Signore che viene a salvare il suo popolo. La strada, sulla quale ci vuole condurre a libertà, deve essere spianata e raddrizzata. Le valli vanno colmate, cioè vanno riempiti i vuoti che ci sono nella nostra vita: dobbiamo colmare i buchi dell’ indifferenza e dell’egoismo con la compassione e la solidarietà. I monti vanno abbassati: dobbiamo cioè rimuovere gli impedimenti e l’attaccamento disordinato al potere, ai piaceri, agli onori, tutte cose che concentrano la nostra attenzione su noi stessi e la distraggono dai veri problemi della gente. Le strade storte vanno raddrizzate: quante volte non siamo determinati e pronti nel seguire la via del bene e preferiamo percorsi obliqui, forse più utili agli interessi personali ma lontani dalla realtà! Preghiamo perché la nostra vita rimanga un cantiere aperto alla verità per costruire insieme la casa comune dove tutti – specialmente i poveri e i deboli – possano trovare giustizia e solidarietà. Nessuno può vivere la propria posizione come una rendita dovuta: il Santo Padre Francesco ci dà l’esempio di un instancabile servizio. Il vostro compito di sedere in Parlamento è certamente un onore in quanto rappresentanti legittimi del popolo; ma è innanzitutto una grande responsabilità e, oggi più che mai, un compito gravoso, perché la gente aspetta risposte urgenti e decisive da un mondo – quello della politica – che vuole sentire vicino, consapevole, capace ed efficace. Aspettano le imprese che da anni si trovano in mezzo al guado, spesso imbrigliate nel labirinto di norme complicate e vischiose. Aspetta un mondo di giovani capaci, preparati, che bussano invano alla porta del lavoro e che devono rassegnarsi ad emigrare impoverendo la comunità intera. Aspetta il mondo dei disoccupati, degli anziani e dei poveri che affollano il nostro splendido Paese, ricco di un patrimonio umano, ambientale, artistico, imprenditoriale, che fa dell’Italia una vera eccellenza. Un sano orgoglio deve diffondersi, ed ispirare a tutti i livelli atteggiamenti di fiducia e comportamenti non disfattisti di snellimento burocratico, di miglioramento di sistema, di intrapresa lavorativa. 2. Il libro dei Giudici, da cui è tratto il brano della prima lettura, ci racconta l’annuncio fatto alla madre di Sansone. Il testo biblico ne mette in evidenza la forza che lo porta a sconfiggere il leone, ma anche la debolezza che lo porta alla sconfitta finale. È un personaggio che sentiamo vicino a noi perché anche noi siamo un miscuglio di forza e debolezza: lo prendiamo come esempio nel senso che ha lottato per il bene del suo popolo, e per questo si è speso senza riserve anche a costo della vita. Cari Parlamentari, il Natale ci spinge alla lode e all’impegno. La vostra opera nelle istituzioni sia sempre ispirata dall’attenzione alla persona, la cui dignità supera quella di ogni altro essere vivente, e la cui promozione è il criterio di ogni iniziativa politica, e di ogni istituzione sociale o economica. Questo vale innanzitutto per i cattolici. Dove la persona è ancora oppressa e umiliata, le istituzioni sociali vanno riviste e rese più idonee al loro scopo. Per questo non possiamo non richiamare l’attenzione, che noi Vescovi abbiamo più volte segnalato negli anni, verso i detenuti. I nostri sacerdoti-cappellani offrono nelle carceri una presenza quotidiana: presenza pastorale e umana offerta con dedizione alla libertà di tutti. Essi conoscono direttamente le condizioni precarie e penose dovute al sovraffollamento, e alle strutture spesso inadeguate per una corretta e doverosa riabilitazione in vista dell’auspicato reinserimento nella società. Così come non possiamo tacere i recenti episodi che hanno visto al centro gli immigrati a Lampedusa: mentre rinnoviamo gratitudine e ammirazione per i molti che si comportano con correttezza e umanità verso questi nostri fratelli e sorelle alla ricerca di un futuro di lavoro e di pace, un senso profondo di dolore e vergogna ha pervaso i cuori di tutti. E diciamo: mai più! Nel mistero dell’incarnazione, Dio ha abbassato il suo sguardo di misericordia verso l’umanità; e noi innalziamo il nostri occhi verso di Lui, per guardare il suo volto d’amore e per imparare a guardare i volti degli uomini della Terra. Chiediamo al Signore il dono di non essere distratti dalle necessità della gente e dalle loro ansie, e chiediamo di saper riconoscere in tutti – specialmente nei poveri e invisibili – il volto stesso di Dio.