Usa. McCarrick si trasferisce in un monastero. E l'ex nunzio Viganò attacca Ouellet
L’ex arcivescovo di Washington ed ex cardinale Theodore E. McCarrick, al centro di accuse per molestie sessuali, si è trasferito presso il monastero di St. Fidelis a Victoria in Kansas. Lo ha annunciato ieri l’arcidiocesi della capitale federale statunitense. McCarrick risiede nel monastero, che fa parte della diocesi di Salina, con il permesso del provinciale superiore dei cappuccini, padre Christopher Popravak, e del vescovo di Salina Gerald Vinke.
In luglio papa Francesco aveva chiesto a McCarrick di ritirarsi da tutti gli eventi pubblici. L’arcidiocesi di Washington, nel dare l’annuncio del trasferimento, ha chiesto il rispetto della privacy dell’alto prelato «in omaggio alla quiete della comunità di St. Fidelis». Lo scorso 28 luglio papa Francesco ha accettato la rinuncia alla porpora di McCarrick, 88 anni, arcivescovo di Washington dal 2000 al 2006, creato cardinale nel 2001. Il Pontefice inoltre «ha disposto la sua sospensione dall’esercizio di qualsiasi ministero pubblico, insieme all’obbligo di rimanere in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e di penitenza, fino a quando le accuse che gli vengono rivolte siano chiarite dal regolare processo canonico».
Il provvedimento è arrivato dopo che una Commissione dell’arcidiocesi di NewYork aveva definito «credibili e fondate» le accuse contro McCarrick riguardo ad abusi da lui compiuti su un minore oltre 45 anni fa quando era prete a New York. McCarrick aveva accolto la decisione pur dicendosi innocente. Una inchiesta del New York Times ha poi rivelato che c’erano altre accuse nei confronti di McCarrick e che nel passato due diocesi in cui il prelato era stato vescovo avevano risarcito due ex sacerdoti che lo avevano accusato di abusi sessuali (subiti quando erano maggiorenni). Intanto da un luogo segreto in cui si è rifugiato è arrivato un ulteriore memorandum dell’ex nunzio apostolico negli Usa Carlo Maria Viganò, anche questa volta fortemente critico, e irriguardoso, nei confronti del Pontefice («la non volontà del Papa di rispondere alle mie accuse... non è assolutamente compatibile con la sua richiesta di trasparenza»).
Questa volta il presule lombardo prende di mira anche il cardinale canadese Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi («Lei ha a sua completa disposizione i documenti più importanti che incriminano Mc-Carrick e molti in curia che li hanno coperti. Eminenza, le chiedo caldamente di voler rendere testimonianza alla verità!»). Dopo questa ulteriore uscita di monsignor Viganò un severo richiamo a quanti criticano il Papa proviene dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
«Ci dispiace – ha detto il porporato sardo in una intervista a Tv2000 - che gli attacchi al Papa vengano proprio da chi si dichiara cattolico e vuol difendere i valori tradizionali. Se c’è un valore per i tradizionalisti è proprio la fedeltà al Papa. Quindi, che fedeltà alla tradizione ci vogliono insegnare? È solo per la liturgia, per certe norme? Non stiamo tradendo l’essenza della Chiesa che è quella di essere uniti, di essere in comunione?». Anche il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti, in una intervista al Fatto, ha denunciato le «falsità» propalate da Viganò