Arte e fede. Maupal, dal murale del Papa ai disegni di Quaresima
Super Pope comparve sui muri di Roma nel 2014
Spiega che trovare un’intesa non è stato per niente complicato. «Ho avuto spazi di libertà molto vasti. D’altronde in Vaticano già conoscevano le mie prerogative e sapevano che nelle tantissime volte in cui ho rappresentato papa Francesco non ho mai varcato la soglia della volgarità e dell’offesa».
Mauro Pallotta, in arte Maupal, 52 anni, si è fatto conoscere in tutto il mondo nel 2014 per il murale Super Pope, in cui rappresentava il Pontefice nella classica posa di Superman ma con in mano la valigetta dei cosiddetti “valores”. A quella illustrazione ne sono seguite molte altre tra cui quella in cui Francesco si prende sulle spalle il peso della pace, o “Oltre il muro dell’odio” dove un Bergoglio pallavolista lancia dall’altra parte della rete un cuore pieno di amore. Poi qualche mese fa la chiamata che non ti aspetti: il Dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale chiedeva a Maupal di illustrare il Messaggio di Francesco per la Quaresima 2024. «La collaborazione è nata da una mail nella quale mi si proponeva un incontro, dopodiché ci siamo visti e abbiamo stabilito le regole di ingaggio, diciamo così, per capire quali erano i confini della mia ironia. Trovare la “quadra” è stato molto semplice».
L'immagine di Maupal raffigurante la fraternità - Vatican Media
Mediamente l’impegno prevede un’illustrazione a settimana. L’ultima, del 26 febbraio, è dedicata al tema della fraternità, con papa Francesco che come un bravo arbitro mostra un cartellino verde, simbolo del via libera all’accoglienza, a due ragazzini sbarcati con i loro palloni da un viaggio di fortuna. Invece l’opera “spiegata” durante la conferenza stampa di presentazione del Messaggio quaresimale raffigura il Papa mentre spinge una carriola contenente un “sacco” di fede in un deserto irto di chiodi. «Sì, perché nel Messaggio quaresimale si parla della liberazione dell’uomo in riferimento al popolo ebraico che per fuggire dalla schiavitù deve attraversare il deserto. Io ho immaginato il Papa come un leader che passa attraverso un deserto fatto di chiodi, quindi di difficoltà. Ma poi, come capitò a Mosè, si aprono le acque, che in questo caso sono gli idoli vecchi e nuovi, e lasciano passare il carretto».
Il primo disegno di Maupal per la Quaresima 2024 - Vatican Media
Attraverso i disegni si riassume il Messaggio dunque.
È così. Ogni illustrazione viene mostrata e poi distribuita, credo, a tutte le diocesi del mondo».
Come dicevamo, dieci anni fa lei si fece conoscere dal mondo intero grazie a Super Pope. Come è nata quell'immagine?
Fino ad allora non avevo mai fatto nulla in strada quindi non ero quello che oggi si definisce uno street artist ma un'artista uscito dall'accademia che cercava di arrabattarsi, facendo anche altri lavori e dipingendo quadri che a volte riuscivo a vendere. Però siccome sono nato e vivo a due passi dal Vaticano, ho sempre sentito l'influsso forte della Santa Sede, se così si può dire. Verso il Papa c'è stata da subito una grande empatia a distanza per la sua somiglianza nel volto con mio nonno, così una sera vedendo questa sua predisposizione verso i più deboli, ho pensato: mah, non sarà proprio lui il supereroe che aspettiamo? Però l'ho voluto rappresentare con gli occhiali da vista e un po’ di pancetta, non proprio come un supereroe classico, ma molto umano e con la valigetta che porta sempre nei viaggi. Sopra ho scritto “valores” cioè i valori cristiani e dalla valigetta ho fatto fuoriuscire anche una sciarpetta blu e rossa, i colori della squadra di calcio per cui tifa, il San Lorenzo de Almagro. Questo proprio per indicare la sua semplicità e il suo essere un uomo anche comune, per certi versi.
L’immagine è piaciuta.
All’inizio c’è stato un po’ di cortocircuito perché non era stato ben capito se la mia fosse un’opera ironica o altro. Poi pian piano, quando è stata letta meglio, devo dire che è piaciuta, sì.
Lei ha avuto la possibilità di parlare con il Papa più di una volta.
Sì, in tre occasioni ma sempre per pochissimo tempo. La prima volta ero così agitato che per salutarlo invece di chiamarlo Santo Padre o Sua Santità l'ho chiamato signor Papa. Invece l’ultima volta che ci siamo incontrati, lo scorso dicembre gli ho regalato tutta la collezione delle mie opere che lo ritraggano e lui guardando i disegni mi ha chiesto perché lo raffigurassi sempre così “ciccione”. Una cosa simpatica.
Super Pope le ha cambiato la vita.
Sì, non solo quella professionale, la vita in generale.
Mauro Pallotta, in arte Maupal - Vatican Media
In meglio, immagino.
Assolutamente sì. Certo, io, romano pigro quale ero e quale probabilmente sono e sarò sempre, ho dovuto modificare un po’ i ritmi professionali e questo mi ha provocato anche una scossa tra virgolette “negativa” ma è stato un cambiamento del tutto positivo.
Dal 2014 sono passati dieci anni. Oggi Francesco lo rappresenterebbe allo stesso modo?
Credo che quell'opera, dettata inizialmente da una goliardata, abbia in un certo senso, almeno per quel che penso io, fotografato in pieno quello che poi si è rivelato essere. Spesso mi viene detto che, nell’immaginario collettivo Super Pope è diventato il ritratto ufficiale di papa Francesco, in cui viene riconosciuto di più. E questo malgrado sia di stile fumettato e non un’opera realistica di alto livello tecnico.