Chiesa

Intervista. Salvatore Martinez: ho potuto raccontare le meraviglie della Pentecoste

Riccardo Maccioni mercoledì 22 marzo 2023

Salvatore Martinez, presidente italiano del Rinnovamento nello Spirito Santo dal 1997, sta per lasciare l'incarico

Passato e futuro che si intrecciano tra loro. Succede sempre alla vigilia di un cambiamento importante. A maggior ragione se il capitolo che finisce è stato lungo e se di quel percorso si è stati responsabili. Salvatore Martinez sta per lasciare la presidenza italiana del Rinnovamento nello Spirito Santo. Nel fine settimana, infatti, a Sacrofano, vicino Roma, l’Assemblea nazionale elettiva del Movimento designerà il nuovo direttivo ovvero rinnoverà gli “Organismi pastorali di servizio”. Martinez passerà il testimone della presidenza che a sua volta ricevette nell’ormai lontano 1997. «Lo Statuto del RnS era appena stato approvato dalla Cei – ricorda –. Il Movimento veniva dalla guida ventennale di un bresciano settantacinquenne, monsignor Dino Foglio. Gli succedeva un giovane siciliano di 31 anni, al quale si chiedeva l’estroversione ecclesiale e sociale della corrente di grazia del Rinnovamento, oggettivando il cammino e riorganizzando la vita interna. Il “vento” soffiava forte: era iniziato il triennio di preparazione al Grande Giubileo del 2000.

Quali gli esordi?

Con la grande “Convocazione di Rimini” del 1998, dedicata allo Spirito Santo. Giovanni Paolo II la definì «una pietra miliare» nel cammino che avrebbe portato alla storica “Pentecoste con i Movimenti” in Piazza San Pietro. Alla Convocazione non proponemmo un gesto autoreferenziale, bensì un’apologia dei carismi suscitati dallo Spirito: invitai Lubich, Riccardi, Don Benzi, Olivero, Feliciani. Nasceva una bellissima amicizia tra Movimenti e Nuove Comunità, una vera sorpresa di fine millennio.

In questi anni quali sono stati i principali cambiamenti del RnS?

Sono stati anni meravigliosi, in Italia e nel mondo, per raccontare le meraviglie della Pentecoste. Certamente la “dote” è ricca di avvenimenti, di iniziative nuove, di intraprese innovative che non riuscirei qui richiamare. Tematicamente, segnalerei il radicamento ecclesiale nella vita delle nostre Chiese locali; la definizione di un “cammino di fede” con la creazione del Progetto unitario di formazione per livelli di crescita e d’impegno dei 1.600 Cenacoli, Gruppi e Comunità; le Scuole di formazione nazionali per dare corso alla proposta di una “spiritualità carismatica”; la creazione dei Ministeri e degli Ambiti di evangelizzazione, 10 reti che abbracciano tutte le vocazioni della vita cristiana; l’avvio di missioni all’estero, con particolare riguardo alle famiglie e ai poveri; l’impegno per una nuova evangelizzazione attraverso la diffusione dei Seminari di vita nuova nello Spirito anche in chiave ecumenica; il dialogo con il mondo mediante lo sviluppo di iniziative culturali e sociali per una “Cultura della Pentecoste”; la “conversione digitale”, con il riposizionamento di tutta la comunicazione e le iniziative del Movimento mediante un nuovo sito web e i canali social.

Lei è stato consultore dei Dicasteri dei laici, della famiglia, della promozione della nuova evangelizzazione, presidente di una Fondazione vaticana per la famiglia in Terra Santa. Sono dieci anni che Bergoglio è Papa. Quali sono per lei gli elementi più significativi del pontificato?

Ho avuto il privilegio di collaborare con tre Papi. Sin dagli esordi di Francesco ho segnalato che sarebbe stato il pontificato dell’autenticità cristiana, di una Chiesa che, in dialogo con il mondo, vuole presentarsi credibile e decisiva nella grande crisi spirituale che attraversa il cuore dell’uomo e delle istituzioni. Sono passati 10 anni e il Santo Padre non ha perduto un giorno nel mettere in atto il suo generale programma di riforme strutturali e di rinnovamento ecclesiale. La sua passione, il suo coraggio, la sua visione profetica sono di grande stimolo per tutti. Il suo impegno per la risoluzione delle grandi sfide che animano la storia, in primis il tema della pace e delle diseguaglianze sociali che attentano alla dignità umana, va sostenuto e rilanciato come spazio propizio per una nuova testimonianza del Vangelo, che rigeneri la Dottrina sociale e l’umanesimo cristiano.

In cosa è utile il decreto generale che disciplina la durata dei mandati alla guida dei movimenti?

Nel permettere allo Spirito Santo di suscitare nuova responsabilità, di creare nuove opportunità, di fare avanzare una nuova generazione. Avevo comunicato il mio desiderio di non proseguire alla guida del Movimento, in ossequio al nostro Statuto che già prevede scadenze e limiti di mandati, alla fine del 2018, prima della pubblicazione del Decreto. Mi fu richiesto di continuare ancora in vista del giorno che ora si compie e del quale mi rallegro: per primi vogliamo testimoniare che ci si deve fidare dello Spirito Santo e del discernimento comunitario, anche quando i “ricambi” non sono semplici e sono esigenti nei numeri.

Il RnS ha come carattere dominante la preghiera, perché è importante pregare?

Perché tutto ha inizio nella preghiera, con l’invocazione dello Spirito; e perché la preghiera tutto sostiene: è la fede interiorizzata e potenziata dai doni dello Spirito, che si ricevono pregando. Siamo in “recessione spirituale” perché abbiamo trascurato di alimentare la vita nuova nello Spirito. In Italia e nel mondo vedo “i segni” che accompagnano una fede che “prega la Parola” e che “adora il Verbo incarnato” nei nostri “Roveti ardenti”. Quante conversioni, quanti miracoli ottiene la preghiera comunitaria. Io ritengo che l’avvenire della Chiesa, a partire dai Sinodi in corso, passi in modo decisivo dalla nostra capacità di tornare ad ascoltare la voce del Signore, pregando, a fare silenzio per poi esprimere la gioia di chi sta alla presenza di Dio.

Per lei si apre una stagione nuova, cosa farà? Come proseguirà il suo servizio alla Chiesa?

Proseguirò nel mio impegno di sempre, di formazione e di animazione spirituale, culturale e sociale. C’è tanto, tanto da fare e in più direzioni. Le persone chiedono aiuto, le istituzioni umane sono infragilite dallo spirito del mondo. Non smetterò di lavorare per la comunione e per la realizzazione di progetti che esplicitino “l’unità nella diversità” e mostrino il genio creativo e risolutivo della nostra fede.

22-25 aprile. Convocazione nazionale in presenza​

È stata avviata la macchina organizzativa per la 45ª Convocazione nazionale dei Cenacoli, Gruppi e Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) in programma alla Fiera di Rimini dal 22 al 25 aprile prossimi. L’evento sarà preceduto dall’Assemblea Nazionale elettiva prevista dal 24 al 26 marzo a Sacrofano, alle porte di Roma.

Alla Convocazione, dunque, ci sarà il passaggio di consegne dai vertici uscenti a quelli nuovi. Sempre a proposito dell’appuntamento riminese, torna in presenza dopo tre anni e sarà sul tema: “Vogliamo vedere Gesu!” (Gv 12, 21): è Lui che passa beneficando e risanando” (At 10, 38).

Ad aprire i lavori il 22 aprile sarà il coordinatore uscente Mario Landi, mentre la Messa sarà presieduta dal vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi. Domenica 23 il presidente uscente Martinez detterà la monizione spirituale mentre sarà il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei a celebrare l’Eucaristia. Lunedì 24 è prevista la presenza di monsignor Josè Manuel Garza Madero, ausiliare di Monterrey e del cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto delDicastero per l’evangelizzazione. Nel giorno conclusivo è previsto l’intervento del cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi.