Loreto. Storie di famiglia con nonni in prima linea
Nonni, genitori e nipoti insieme al parco. Momento importante anche se la funzione ludica non può essere l’unica assolta dai nonni in un coerente progetto educativo (Siciliani)
«Nonni in prima linea, Per conservare la speranza del futuro ». Titolo quasi paradossale e un po’ provocatorio per il quinto Raduno nazionale dei nonni in corso fino a domani a Loreto. Una quarantina di coppie di lungo corso e alcuni nonni vedovi – qui la parola single è stata bandita – pregano e riflettono insieme nell’ambito dell’iniziativa organizzata da 'Progetto Nazareth', percorso originale per coppie che hanno deciso di dare testimonianza della propria fede con un impegno consapevole nell’ambito dell’educazione, del sociale, della vita ecclesiale. E, parlando di coppie impegnate, i nonni non intendono arretrare neppure di un passo. Anzi. È la filosofia propugnata da don Pino Pellegrino, grande cantore della nonnità, che guida le catechesi, anima i gruppi, presiede le celebrazioni. Un prete iperattivo, nello zelo di apostolato che lo anima e nell’originalità delle idee, nonostante sia ormai alle porte dei 90 anni. «Ma finché c’è la salute vado avanti, il Signore mi dà una mano».
Don Pino, piemontese di Fossano, già docente di pedagogia in seminario, esperto di temi educativi, è anche uno scrittore inesausto. Un centinaio i suoi titoli, quasi tutti legati alla pastorale giovanile e familiare. Sui nonni poi ha scritto una decina di testi. La sua tesi è tanto semplice quanto impegnativa. Basta con l’idea di paciosi nonni in pantofole, campioni del disimpegno, incapaci di argomentare, dediti a soddisfare ogni capriccio dei nipoti. I nonni raccontati dall’educatore piemontese sono del tutto consapevoli del proprio ruolo, presenti nell’oggi, capaci di avvicendare i genitori pur senza pretendere di sostituirsi a loro. Si potrebbe dire, parafrasando il Vangelo, che, avendo ricevuto tanto, ai nonni tanto è chiesto, in termini di attenzione, di premure, di pazienza, ma anche di educazione alla fede. Nella desolazione etica che affligge tante famiglie, spesso sono soltanto i nonni a ricordare ai piccoli i fondamenti della fede, le preghiere, le pratiche di devozione.
«Ma non devono farlo di nascosto ai genitori – raccomanda don Pino – anzi parlando apertamente con loro, motivando le loro scelte, spiegando le ragioni profonde di quell’insegnamento. E i nonni, se lo vogliono, sono capaci di farlo». Una delle catechesi in programma in questi giorni a Loreto è dedicata ad Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù. «Abbiamo voluto intitolarla 'Storia di una famiglia' – spiega padre Alessandro Angelisanti, animatore del progetto Nazareth di Loreto – per riprendere una delle catechesi di papa Francesco dedicata proprio ai nonni. Ricorderemo i tanti approfondimenti dedicati ai nonni in questi anni di pontificato e anche le memorie personali che papa Bergoglio ci ha regalato a proposito dei suoi nonni». Tra i temi del corso sarà poi trattato il concetto di custodia, non solo perché la festa dei nonni cadrà proprio il 2 ottobre, festa degli Angeli custodi, ma per una convinzione più volte espressa dal responsabile del corso.
«Vivere con bravi nonni può decidere una vita», racconta don Pino che ha intitolato proprio in questo modo uno dei suoi volumetti (tutti pubblicati dalla Astegiano Editore). E quando tra nonni e genitori sorgono divergenze per quanto riguarda l’educazione dei bambini? Don Pino ha pensato anche a questo. Domani, al termine del Raduno nazionale, i nonni scriveranno una lettera ai loro figli in cui spiegheranno come rimodulare il rapporto su basi più serene e più soddisfacenti per tutti. Come in tutte le alleanze, ciascuno dovrà rinunciare a qualcosa e offrire qualcosa d’altro.
«L’incontro – scriveranno i nonni ai figli facendo riferimento alla loro esperienza di questi giorni a Loreto – ci ha motivati per essere davvero nonni al meglio e ci ha convinto che, senza la vostra collaborazione, il nostro impegno è più che dimezzato». Tra gli atteggiamenti da aggiungere figurano la tenerezza, le esperienze reali (sottraendo un po’ di virtuale), l’ascolto e i sorrisi. Tra le 'sottrazioni' invece l’amore nervoso, i toni asfissianti, l’intasamento visivo e uditivo, le gratificazioni fisiche. «Queste richieste – si legge nella missiva dei nonni – non sono una nostra pretesa ma necessità assolute perché il bambino possa camminare da uomo sulla Terra».