Libano in festa. Sarà beato Stefano Douayhi, Patriarca di Antiochia dei Maroniti
Stefano Douayhi, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, nato a Ehden (Libano) il 2 agosto 1630 e morto a Kanoubin (Libano) il 3 maggio 1704
Le campane del Libano hanno suonato a festa nel pomeriggio di giovedì 14 marzo, non appena da Roma è giunta la notizia che papa Francesco ha firmato il decreto che apre la strada alla beatificazione di Estephan (Stefano) Douayhi. Quale migliore speranza per il Libano, prostrato da una crisi politico-economica infinita e ora sotto la minaccia di una guerra? Al venerabile che ha retto la Chiesa maronita per 34 anni (dal 1670 al 1704) è stata riconosciuta una guarigione miracolosa attribuita alla sua intercessione. La notizia è arrivata nel giorno in cui il Pontefice ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei santi a promulgare una serie di decreti riguardanti altri diciotto nuovi beati, di cui sedici martiri, e sei venerabili.
Nato nel 1630 in una famiglia nobile di Ehden, nel Nord del Libano, Estephan Douaihy è una figura di grande importanza per la tradizione orientale maronita. È stato mandato all'età di 11 anni al Collegio maronita di Roma dove ha conseguito il dottorato in filosofia. Ordinato prete a 26 anni, ha svolto il suo apostolato prima ad Aleppo, poi come vescovo dei maroniti a Cipro. Eletto patriarca a soli 40 anni, ha amministrato con saggezza la Chiesa maronita in un'epoca difficile in cui non sono mancate le persecuzioni e le estorsioni dei pascià ottomani, tanto da spingerlo ad abbandonare la sede patriarcale per rifugiarsi in altre zone del Libano.
Douayhi è stato un predicatore dotato e l'autore prolifico di un'opera letteraria, storica e teologica interamente consacrata alla sua Chiesa. Ha, infatti, pubblicato importanti scritti sulla liturgia e la storia maronita, sui misteri della fede cattolica, e poi sermoni e altre opere di carattere filosofico e teologico. Oltre alle sue qualità intellettuali, Douayhi si era contraddistinto per la sua profonda pietà. È stato lui ad autorizzare, nel 1795, tre giovani sacerdoti maroniti venuti da Aleppo a fondare l’Ordine libanese maronita (Olm) che tanti santi ha poi dato alla Chiesa universale, tra cui il famoso san Charbel Makhlouf. Già durante la vita, inoltre, al patriarca sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui la guarigione di un bambino malato, che diventerà il futuro patriarca Philippe Gemayel. Douayhi è morto nel 1704 a Qannoubine, nella “Valle santa” disseminata da chiese e monasteri, dove è stato sepolto all’interno di una grotta consacrata a santa Marina. È stato riconosciuto venerabile da papa Benedetto XVI nel 2008.
La guarigione che ha invece aperto la via alla sua beatificazione è quella di Rosette Karam, madre di tre figli, che soffriva di una poliartrite reumatica sieronegativa che l'aveva resa invalida. La sua guarigione “istantanea, completa e duratura” è avvenuta dopo una preghiera in famiglia davanti alla statua del patriarca, che si erge davanti alla chiesa di Ehden.
Un altro “patriarca di Antiochia dei Maroniti” del quale è in corso il processo di beatificazione è Elias Hoyek (1843-1931). Considerato il “Padre del Libano moderno”, Hoyek è stato riconosciuto venerabile da papa Francesco nel 2019 “per il suo impegno in favore della nazione e per la grande carità pastorale”.