N ella vita del cristiano c’è una «doppia testimonianza »: quella dello Spirito che «apre il cuore» mostrando Gesù e quella della persona che «con la forza dello Spirito» annuncia «che il Signore vive». Una testimonianza, quest’ultima, da portare «non tanto con le parole» ma con la «vita», anche a costo di «pagare il prezzo » delle persecuzioni. Sono stati ancora una volta lo Spirito Santo e la sua azione nel cuore di ogni credente il fulcro della meditazione di papa Francesco durante la Messa presieduta ieri mattina a Santa Marta. Alla celebrazione eucaristica erano presenti, tra gli altri, anche sei sacerdoti dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve guidati dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti che festeggia con loro i 50 anni di ordinazione presbiterale. Gesù invita i discepoli a non scandalizzarsi, perché la testimonianza porta con sé le persecuzioni, è stata la spiegazione del Papa: dalle «piccole persecuzioni delle chiacchiere», delle critiche, a quelle grandi di cui «la storia della Chiesa è piena, che porta i cristiani nel carcere o li porta perfino a dare la vita»: «È – dice Gesù – il prezzo della testimonianza cristiana. Il cristiano, con la forza dello Spirito, dà testimonianza che il Signore vive, che il Signore è risorto, che il Signore è fra noi, che il Signore celebra con noi la sua morte, la sua risurrezione, ogni volta che ci accostiamo all’altare. Anche il cristiano dà testimonianza, aiutato dallo Spirito, nella sua vita quotidiana, col suo modo di agire. È la testimonianza continua del cristiano. Ma tante volte questa testimonianza provoca attacchi, provoca persecuzioni ». Di qui l’invito: «È buono chiedere allo Spirito Santo che venga nel nostro cuore, per dare testimonianza di Gesù. Che la mondanità, le cose facili, le cose che vengono proprio dal padre della menzogna, dal principe di questo mondo, il peccato, non mi allontani dalla testimonianza».
(F.Riz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA L’omelia Ieri in Santa Marta
(L’Osservatore Romano)