La storia. Le nozze di Miriam e Vincenzo nel segno della Laudato si’
Le nozze di Miriam Resta Corrado e di Vincenzo de Rasis a Supersano (Lecce)
Campane a festa venerdì 24 maggio a Supersano, comune di quattromila anime del Salentino: chiesa di San Michele Arcangelo stracolma di parenti, amici e conoscenti in occasione del matrimonio di Miriam Resta Corrado, 30 anni, collaboratrice del tavolo tecnico della Conferenza episcopale italiana per le comunità energetiche e animatrice di comunità del “Progetto Policoro”, e Vincenzo de Rasis, 25 anni, insegnante di religione. Ha presieduto la celebrazione don Pasquale Carletta, concelebranti il direttore della Caritas di Ugento-Santa Maria di Leuca don Lucio Ciardo e don Paolo Congedi.
Nozze (anche) nel segno della Laudato si’: la coppia, infatti, ha scelto di promettersi fedeltà eterna nel giorno di una festa mariana (in questo caso di Maria Ausiliatrice) e, nel contempo, nell’anniversario della pubblicazione dell’enciclica di papa Francesco, avvenuta nove anni fa e che, peraltro, è stata tema di laurea conseguita da Miriam nel 2016 nella facoltà di scienze ambientali all’Università del Salento.
Anche i preparativi al grande giorno sono stati nel segno dell’ecologia integrale. Miriam e Vincenzo, infatti, hanno messo nero su bianco una lista di nozze essenziale facendo sapere agli amici di gradire oggetti già usati, cui dare una seconda vita. E di seconda mano era pure l’abito della sposa, acquistato al mercato dell’usato. Le fedi sono state create con metallo proveniente da una filiera etica con certificazione Fairmined. Niente riso, né coriandoli o palloncini a fine celebrazione. E per bomboniera… copie della Laudato si’ a gogò, infiocchettate con un rosario e arricchite da un segnalibro disegnato a mano dalla sorella di lei, Agnese. Da Assisi è arrivato Antonio Caschetto, guida del Centro Laudato si’. A sera, spazio alla gioia: alla Casina dei Basiliani, serata a suon di Pizzica, animata dai TalitaKum, che alla tipica danza popolare salentina sa unire canti liturgici.
Attenzione a chi è meno fortunato: tra gli invitati, i disabili della casa famiglia Kenosis, fondata dai genitori di Miriam – papà Michele (che proprio nel giorno del matrimonio della figlia ha compiuto 64 anni) e mamma Rita. Una casa famiglia sorta proprio nel paese di Supersano – con il nome di “La Goccia” e che tra non molto dovrebbe trovare nuova ospitalità ad Alessano, a poche centinaia di metri dal luogo in cui è sepolto don Tonino Bello, in un convento abitato da frati cappuccini della provincia francescana della Puglia. Fra qualche giorno, per continuare a festeggiare il loro matrimonio, Vincenzo e Miriam serviranno a tavola nella mensa Caritas della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Del resto i due novelli sposi sono allenati alla condivisione. Lei, in particolare, è cresciuta in una famiglia numerosa (ha una sorella e due fratelli) e i suoi genitori sono stati a lungo consiglieri nazionali di Anfn, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose in Italia. Vincenzo e Miriam si sono conosciuti facendo volontariato tra i “Giovani per la pace” della Comunità di Sant’Egidio. E continuano a fare esperienza di servizio nella Big Bag Family, la task force degli animatori creata da Anfn per occuparsi dei fratelli minori in occasione degli incontri nazionali associativi.
Nello scorso mese Vincenzo e Miriam erano alla guida di una delegazione di giovani Anfn che – in occasione delle celebrazioni della 54ª Giornata mondiale della terra tenutesi a Roma – aveva allestito uno stand informativo all’interno del Villaggio per la terra, presentando un «mini vademecum per famiglie che vogliono cambiare il mondo». Vademecum che, adesso, intendono rispettare alla lettera.