Confronto. La sfida «plurale» alla teologia
È stata un’inaugurazione in grande stile quella dell’Anno accademico della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, che si è tenuta ieri a Milano. In una sala convegni gremita è stato l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e cardinale nel prossimo Concistoro, a tenere una lectio magistralis intitolata «Alcune sfide per la teologia nell’orizzonte contemporaneo».
A introdurlo, di fronte al corpo accademico al completo, è stato per primo monsignor Pierangelo Sequeri, preside della Facoltà, che ha esordito dicendo che «la congiuntura attuale non rende agevole il compito della teologia nella Chiesa e nel mondo, se mai è accaduto», ma «come dice il poeta, proprio là dove c’è il pericolo cresce anche ciò che salva». E al ringraziamento rivolto a studenti, docenti e personale della facoltà, ai quali è chiesta «una speciale misura di dedizione e sacrificio personale», ha unito quello verso la città che ospita la Facoltà, in una sede che spicca per bellezza e imponenza, e quello verso le diocesi che la sostengono. Scola ha quindi ricordato, con le parole di papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, che «le università sono un ambito privilegiato per pensare e sviluppare l’impegno di evangelizzazione in modo interdisciplinare e integrato», compito affidato in pieno anche a una Facoltà teologica. E il «pensare» richiamato da Francesco è essenziale essendo l’annuncio del Vangelo «l’offerta alla libertà di ogni uomo di ogni tempo della verità sull’uomo e sul cosmo».
Da questo presupposto si è mossa anche la dissertazione di Müller – che ha richiamato «la sincera amicizia e di lunga data» che lo lega a Scola –, una riflessione su una «duplice tensione»: quella a «a scoprire come Dio ha già riconciliato con sé l’umano che vive nella Chiesa » e quella «a riconoscere come questa riconciliazione si offre oggi all’umano che vive intorno a noi». Dopo aver delineato alcune caratteristiche negative che contrassegnano l’uomo occidentale contemporaneo – assenza di vincoli stabili, mancanza del senso di appartenenza alla storia, difficoltà a guardare il futuro con fiducia e speranza – il presule si è soffermato sul rapporto tra la riflessione teologica e le pressioni della «società plurale». Pressioni che provengono dai media e da «mentalità non compatibili coi contenuti autentici della fede».
Müller ha sottolineato che la retta teologia non è questione di singoli, «professori, pastori, gruppi di opinione», ma «è questione “della Chiesa”, è affare di tutti e di tutti coloro che testimoniano un reale sensus fidei et Ecclesiae, poiché non vi è Chiesa senza fede apostolica e non vi è fede apostolica al di fuori dei luoghi che “fanno” la Chiesa».