Libro. La ricerca di Dio tra dramma e ironia: così è cresciuto il pensiero di Giussani
Una catechesi di don Luigi Giussani durante il Giubileo dei giovani il 13 aprile 1984
Pubblichiamo la prefazione, firmata dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, al libro «Il senso cristiano dell’uomo secondo Reinhold Niebuhr» (Edizioni San Paolo, 244 pagine, 20 euro), che riprende la tesi dottorale di don Luigi Giussani.
La critica alla teologia accademica e l’avvio di nuovi percorsi trovano argomenti anche nell’umiliazione insopportabile e indifendibile dell’uomo. La teologia liberale, interpretata negli Stati Uniti dal Social Gospel, viveva dell’ottimismo prometeico del mito americano. Dava fondamento teologico all’euforia dello sviluppo industriale e suggeriva di acclamare al successo economico come a un segno del Regno di Dio. Niebuhr, negli anni 19151928, incontra le condizioni drammatiche, l’umiliazione dell’umanità dell’uomo, degli operai che lavorano nelle grandi fabbriche di Detroit.
L’industrializzazione e lo sviluppo economico mostrano al giovane pastore della Bethel Evangelical Church il prezzo che gli operai devono pagare per arricchire gli altri. Il dramma di cui è testimone diventa per Niebuhr una obiezione alla teologia liberale. Diventa una ragione per intraprendere una riflessione che assuma il dramma del vivere come punto di partenza.
Si comprende come la vicenda personale di Niebuhr possa aver attratto l’attenzione di don Giussani e aver motivato di scegliere questo autore per la sua tesi di dottorato, discussa nel seminario di Venegono Inferiore, il 23 giugno 1954 avendo come relatori don Carlo Colombo, monsignor Carlo Figini, don Giovanni Battista Guzzetti. Le pretese dell’autorealizzazione, la compiacenza per i risultati ottenuti come fossero un segno del Regno di Dio sono oggetto dell’ironia del saggio. «Tutto il dramma della storia umana è sotto l’esame di un giudice divino che ride delle pretese umane senza essere ostile alle umane aspirazioni. Il riso di fronte alle pretese è il giudizio divino» (Niebuhr).
Anche questa funzione dell’ironia come principio critico verso una certa teologia accademica è un fattore di sintonia tra Giussani e Niebuhr. La riflessione teologica, segnata dalla sua origine drammatica, dall’ironia che scalfisce la presunzione, si sviluppa per ardui percorsi speculativi e sistematici sui quali don Giussani si accompagna con attenzione coinvolgente perché i temi di Niebuhr non sono privi di particolari risonanze nella sensibilità di don Giussani: la vocazione impossibile all’autotrascendimento dell’io, la libertà che s’arrischia nella decisione inevitabilmente rovinosa, la sovrabbondanza della grazia che si rivela come perdono, l’inaccessibile verità che si offre nella rivelazione accolta nell’esperienza credente.
Tutti i temi elencati sono presenti in Niebuhr e riscuotono interesse in don Giussani, ma richiedono una rilettura critica anche molto severa. La ricerca che don Giussani ha condotto sul suo autore, in particolare sulla sua opera principale, The Nature and Destiny of Man (1939-1940) è uno studio analitico scrupoloso e documentato. Ma è interessante l’ampio “Sguardo critico” che don Giussani offre nella parte III della ricerca. Qui infatti è documentata sia la sensibilità corrente nella teologia cattolica del tempo e in particolare nella Facoltà teologica di Venegono, sia la sensibilità personale di don Luigi Giussani. Una tesi di dottorato è sempre un po’ noiosa. È un adempimento accademico che richiede analisi precise, documentazione sovrabbondante, criteri di compilazione scolastici. Ma poiché si tratta di don Giussani la pubblicazione della sua tesi è una impresa coraggiosa e opportuna per documentare i suoi interessi e un fattore rilevante per la formazione del suo pensiero.
Mario Delpini arcivescovo di Milano