Cosenza. Il seminario? Una «casa del discernimento». Aperta a tutti
La comunità del Seminario di Cosenza-Bisignano
La nuova vita del seminario teologico “Redemptoris Custos” di Rende si chiama Casa del discernimento. La struttura dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano si aprirà ai giovani e alle giovani, sia studenti che lavoratori, «disposti a raccogliere una sfida grande e rivoluzionaria: il discernimento, la conoscenza di sé e dei propri desideri in tutti gli ambiti della vita», spiegano il rettore don Aldo Giovinco e il suo vice don Emanuele Scarpino. «Lanciamo una proposta che crediamo piena di potenziale e bellezza: abitare questo luogo insieme, viverlo e curarlo come bene comune, creare legami di fraternità e viaggiare all’interno di sé con una guida d’eccezione, la Parola, che illuminerà di luce nuova ogni nostra scelta, non solo e non per forza di tipo religioso! Ogni scelta di vita, ogni piccola decisione quotidiana conta e aspetta di essere scoperta fino in fondo. La Casa del discernimento sarà un luogo per accogliere, crescere e conoscersi senza ovviamente rinunciare alla vita di ogni giorno, dallo studio al lavoro!». Non c’è solo la fede, quindi, ma uno spazio da condividere e abitare, dove accogliere gli altri e averne cura. Non serve avere alle spalle un incarico o un cammino associativo, ma la volontà di conoscersi e darsi un progetto di vita. «Un luogo in cui proveremo a dare attenzione e ascolto all’altro, facendo esperienza di fraternità. Essenziale sarà farlo condividendo le domande che più ci smuovono nel profondo, domande su scelte che non siano per forza caratterizzate “religiosamente”», è precisato. Anche se sarà la Parola di Dio a ritmare la vita nella casa del discernimento e a dare luce ai progetti di vita dei giovani, chiamati a trovare tempi e spazi di riflessione personale e di condivisione con l’équipe.
I responsabili del seminario, che comunque resterà pienamente operativo nel suo ruolo originario per i giovani chiamati al ministero presbiterale, chiariscono come la sua posizione nel cuore di Rende e a pochi chilometri dal campus dell’Unical (Università della Calabria) «aiuterà a essere vicini ai ritmi della quotidianità. Non è chiesto di rinunciare a studio, lavoro e realtà di appartenenza (cammini di fede e associazioni). È importante, tuttavia, rispettare gli appuntamenti comunitari che si presenteranno e riservare del tempo e della cura alla vita comune (anche se, a volte, questo comporta far saltare dei programmi!)». La proposta prevede due forme di partecipazione residenziale: annuale (da ottobre a giugno) oppure l’adesione per un tempo da definire con l’équipe.
«Il tempo dedicato alle scelte ci aiuta a riscoprirci responsabili di noi stessi – aggiungono i responsabili - ma anche di ciò che ci circonda: si tratta di rafforzare l’umanità di ciascuno, sia nelle normali mansioni della vita domestica, sia nella cura e nell’attenzione che riserviamo all’altro. E per ampliare ancor di più gli orizzonti, non mancheranno le proposte di servizio da vivere all’esterno (sempre nel rispetto degli impegni già assunti). Serve uno sguardo ampio per discernere nel profondo!», confermano.