Chiesa

SEI ANNI FA LA MORTE. La Polonia ora «scopre» un altro volto di Wojtyla

Luigi Geninazzi sabato 2 aprile 2011
Sei anni fa moriva Giovanni Paolo II e la ricorrenza questa volta assume un significato speciale perché avviene a ridosso della beatificazione, prevista tra un mese a Roma. Il ricordo diventa così un ringraziamento che per i polacchi s’accompagna all’affetto e all’orgoglio, sentimenti diffusi non solo tra i credenti. Anche oggi, com’è ormai tradizione dal 2 aprile 2005 quando l’intera Nazione si fermò commossa e addolorata per la scomparsa di Karol Wojtyla, in tutta la Polonia si terranno veglie di preghiera, celebrazioni liturgiche e manifestazioni pubbliche. Un anticipo di quel che ci sarà il 1° maggio. «La beatificazione di papa Wojtyla ci richiama alla verità di noi stessi: vogliamo guardare a lui non come si trattasse di un super-eroe lontano, ma come un padre che continua ad esserci vicino con il suo insegnamento», ci dice Piotr Dardzinski, direttore del «Centro per il pensiero di Giovanni Paolo II».Memoria viva a Varsavia. Si tratta di un’istituzione laica, nata su iniziativa della municipalità di Varsavia. L’idea fu di Lech Kaczynski, (il presidente della Polonia deceduto un anno fa nell’incidente aereo di Smolensk), allora sindaco della capitale. Da qui il progetto di onorare la memoria di Giovanni Paolo II non con il solito museo, ma con qualcosa di vivo, un centro studi che fosse anche un luogo d’incontro per tutti coloro che volevano conoscere e approfondire l’eredità culturale e spirituale del Papa polacco. L’istituto ha iniziato la sua attività nel primo anniversario della morte di Giovanni Paolo II, nell’aprile del 2006, ed in questi cinque anni è diventato un punto di riferimento essenziale per gli abitanti di Varsavia. Si trova nel centro storico della città, in un ambiente carico di suggestioni storiche, all’angolo di via Copernico e a due passi dal Museo Chopin. Vi lavorano oltre quaranta persone, tipici esponenti della generazione «GPII», giovani trentenni cresciuti all’ombra del pontificato di Wojtyla. «Avevo sei anni nel 1979 quando i miei genitori mi portarono sulla piazza Vittoria per vedere il Papa – racconta con toni entusiasti Pawel Gierek, ricercatore di sociologia –. Ho imparato ad amare Giovanni Paolo II fin da bambino, è l’uomo che ha cambiato la vita a me ed a tutti i miei coetanei».Oltre il «trionfalismo». I dati statistici lo confermano. In Polonia il fenomeno della secolarizzazione, esploso in modo irruento e improvviso all’indomani della caduta del comunismo, si è poi attutito e non è certo paragonabile a quello occidentale. Il 45% dei polacchi sono praticanti regolari, una percentuale che si mantiene costante dalla fine degli anni Novanta ed ha avuto un balzo in avanti subito dopo la morte di Giovanni Paolo II. La sua figura continua a suscitare grande interesse. «Per tutti i polacchi lui rappresenta il padre della Patria – nota Piotr Dardzinski –. Ma accanto a questo sentimento negli ultimi tempi s’affianca una coscienza meno trionfalistica e più attenta alla dimensione personale. Ed ogni volta che devo spiegare perché papa Wojtyla è importante, io dico che prima di tutto è importante per me, per quello che faccio». Il «Centro per il pensiero di Giovanni Paolo II» svolge un’intensa attività a livello di ricerca, di pubblicista e di archiviazione. Il bilancio finora è molto lusinghiero: oltre duecento iniziative, vale a dire conferenze scientifiche, mostre, concorsi ed eventi rivolti al grande pubblico. «Ma l’aspetto che ci sta più a cuore è l’educazione», dice il direttore. Insieme con il Comune di Varsavia gestisce le borse di studio che ogni anno vengono assegnate a 600 studenti, coinvolti nelle iniziative del Centro «Giovanni Paolo II».Per i bambini nati nel 2005. Ci sono poi i programmi didattici che vengono proposti nelle scuole, dalle materne alle superiori. Recentemente un programma molto speciale è stato pensato per i bambini di sei anni, quelli cioè che sono nati nel 2005, l’anno della morte del Papa. Video e testi molto semplici che illustrano la figura e l’insegnamento di Giovanni Paolo II. L’iniziativa ha avuto un grande successo, vi hanno aderito oltre 2000 famiglie. Ed oggi questi bambini della generazione post-Wojtyla saranno presenti sulla piazza centrale di Varsavia insieme coi loro genitori, a testimoniare una storia di grandezza ed un cammino di speranza per la Polonia e per il mondo.