Chiesa

La missione. Le Suore Murialdine di San Giuseppe aprono una casa in Sierra Leone

Marina Lomunno mercoledì 13 ottobre 2021

L’asilo della missione in Sierra Leone

«Cosa ci ha spinto? Il “coraggio creativo” che papa Francesco indica come una delle ricchezze del padre terreno di Gesù nella lettera apostolica Patris cordescritta in questo anno speciale che ha voluto dedicare a san Giuseppe». Risponde così suor Orsola Bertolotto, madre generale delle Murialdine di San Giuseppe alla domanda: «Perché una piccola congregazione di 120 religiose come la vostra, in tempo di pandemia e soprattutto di carenza di vocazioni, decide di aprire una missione in Africa, in uno dei dieci paesi più poveri del mondo, la Sierra Leone? «Il coraggio creativo emerge soprattutto quando si incontrano difficoltà, scrive papa Francesco – prosegue suor Orsola – e ci indica che “sono a volte proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno pensavamo di avere”. Ed è davvero come scrive il Papa».

Abbiamo incontrato suor Orsola a Torino, al ritorno dalla Sierra Leone, dove è venuta a porre la nuova missione sotto la protezione di san Leonardo Murialdo nel santuario di Nostra Signora della salute in cui si ve- nerano le spoglie mortali del santo sociale torinese e dove è nata la congregazione, fondata da padre Luigi Casaril, superiore generale dei Giuseppini e quarto successore del Murialdo. Da allora, oltre che a Torino e in Italia, le Murialdine sono presenti, affiancando le opere dei padri giuseppini con i giovani più poveri, in Brasile, Ecuador, in Cile, Argentina e Messico. «I Giuseppini, presenti in Sierra Leone dal 1979, fin dal 2001 ci chiesero di occuparci, secondo il nostro carisma - l’educazione delle bambine, delle ragazze, della pastorale giovanile e delle famiglie - in un contesto di povertà assoluta a maggioranza musulmana: la popolazione, circa 8 milioni di abitanti per il 60% è di fede islamica, il 30% sono cristiani. Così nel 2001 andai a Lunsar, nella provincia settentrionale del Paese: ma allora che era impensabile aprire una nuova comunità a causa dello scarso numero di consorelle», prosegue madre Bertolotto. «I Giuseppini però hanno insistito e, in occasione del loro Capitolo generale in Ecuador nel giugno 2018, abbiamo rivalutato la proposta lanciando un appello alle consorelle».

La nuova apertura in una realtà difficile malgrado il numero ridotto di consorelle Suor Bertolotto: «In particolare seguiamo bambine e ragazze Se nasci femmina sei penalizzata». Dalla scuola alla sartoria un servizio nel segno di san Giuseppe L’asilo della missione in Sierra Leone

Ed ecco il “coraggio creativo giuseppino”: si fanno avanti tre religiose e nasce la nuova comunità con suor Amparo Guzman, equatoriana, suor Vicky e suor Nirmala, indiane che parlano inglese, la lingua ufficiale della Sierra Leone. Suor Orsola racconta come sia stato significativo arrivare in Africa nell’anno dedicato a san Giuseppe: «Un sogno diventato realtà il giorno della festa liturgica di san Giuseppe lavoratore, dove siamo state abbracciate come madri e sorelle. Accolte nella diocesi di Makeni dal vescovo Natale Paganelli, sabato 1° maggio, abbiamo partecipato alla solenne concelebrazione presieduta dal superiore della Provincia africana dei Giuseppini, padre Augustine Lebbie: durante la Messa ci siamo commosse quando l’anziano capo del villaggio ci ha versato sui piedi un po’ d’acqua pregando i suoi e i nostri antenati perché dal cielo si unissero e ci benedicessero: “Che il vostro apostolato come l’acqua che feconda la terra possa produrre molto frutto. Da oggi entrate nella nostra famiglia”. Ecco, in quel momento ci siamo rese conto che stavamo vivendo una pagina dell’enciclica Fratelli tutti ».

I padri Giuseppini hanno affidato alle tre religiose la responsabilità della scuola materna nel villaggio di Mabesseneh, alla periferia di Lunsar e la pastorale giovanile e familiare presso la parrocchia intitolata a San Leonardo Murialdo. «Cerchiamo in particolare di seguire le bambine e le ragazze - in Sierra Leone se nasci femmina sei ancora penalizzata - sostenendole negli studi, anche mediante adozioni a distanza», spiega suor Orsola mettendo in piedi una sartoria per dare opportunità di lavoro alle donne. La situazione della Sierra Leone è drammatica: il Paese si sta rialzando dalla lunga e sanguinosa guerra civile conclusa nel 2001 e che ha lasciato migliaia di persone (l’età media è di 55 anni) mutilata e invalida».

«Questa nuova avventura è un bel segno per tutta la famiglia del Murialdo – conclude padre Tullio Locatelli, superiore generale dei Giuseppini del Murialdo –. Affidiamo in modo particolare questa primizia missionaria delle suore Murialdine in Africa a san Giuseppe, patrono delle nostre Congregazioni. Nel suo nome è significato un futuro di crescita: è quanto auguriamo con affetto e nella preghiera».