Una fiducia a 360 gradi nella scuola. Sia statale che non statale. L’ha ribadita - proprio nei giorni in cui si discute in modo acceso di scuola, con la trita e fuorviante contrapposizione tra 'pubblico e privato' - il cardinale
Angelo Bagnasco. «La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola, perché è un luogo privilegiato dell’educazione, tanto più che siamo nell’ambito del decennio sulla sfida educativa, che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l’importante è che ci sia questa istruzione, ma anche questa formazione della persona, che è scopo della scuola a tutti i livelli», ha detto il presidente della Cei a Genova, interpellato a margine dell’incontro La formazione della coscienza nel beato John Henry Newman.«Ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro », ha aggiunto il porporato, tornando, infine, ad augurarsi una piena e concreta possibilità di libera scelta dei genitori nell’educazione dei figli. Sul fonte politico, a cercare di placare il putiferio innescato da due interventi, sabato e domenica, dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – che aveva parlato di un insegnamento nella scuola pubblica in senso contrario ai valori della famiglia – sono intervenuti ieri il ministro Mariastella Gelmini e il presidente del Senato Renato Schifani. La prima ha ribadito che «nessuno vuole privatizzare la scuola, statale o paritaria essa ha una funzione pubblica».Il ministro si è poi detta contraria a «dividere tra opposte tifoserie» perché «la polemica è stata mal posta». Lo stesso premier domenica era intervenuto per dire di essere stato travisato e di non aver voluto criticare la scuola statale, bensì «l’influenza deleteria» che in quel tipo di scuola «hanno avuto e hanno ancora alcune «culture politiche e ideologie». Schifani – da Barete, provincia dell’Aquila, dove ha inaugurato una scuola d’infanzia ricostruita grazie a fondi raccolti da Palazzo Madama – ha detto di sperare in un veloce rientro della polemica, visti i chiarimenti che ci sono stati. Poi, ha aggiunto che «la scuola svolge una funzione primaria: educa le future classi dirigenti del Paese e a questa va riconosciuto un ruolo indispensabile». Ma la polemica non si placa. Il Pd – il cui segretario Pier Luigi Bersani l’altroieri aveva chiesto le dimissioni della Gelmini – annuncia un sitin per oggi davanti a Palazzo Chigi. Dura la replica al ministro da parte della responsabile Scuola Francesca Puglisi, «nessuno vuole privatizzare la scuola: infatti il governo vuole, direttamente, lasciarla morire per favorire quella privata. E ha iniziato a farlo da tempo». Contro tale «demolizione » il partito di largo del Nazareno indice il sit-in davanti alla sede del governo, al quale saranno presenti, tra gli altri, i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro e la presidente dell’assemblea del partito, Rosy Bindi. Critica con Berlusconi anche l’udc Paola Binetti, che parla di «surreale sfida al mondo della scuola, distinguendo tra valori buoni e cattive ideologie, tra educazione di serie A ed educazione di serie B, secondo un modello bipolare vecchio e superato, che contrappone scuola statale e scuola cattolica, cercando poi di rettificare lamentando di essere stato frainteso».