Ambiente. La Cei punta sulla finanza Esg. I 17 Obiettivi Onu come guida
Un’immagine tratta da uno spot per l’8xmille alla Chiesa cattolica
La Chiesa Cattolica consolida la scelta di gestire le risorse finanziarie con criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. L’attenzione ai fattori cosiddetti etici (ESG: Environmental, Social e Governance) e non solo ai criteri economico-finanziari, è ormai pratica consolidata nei mercati, ma i concetti di sostenibilità ed etica, così eterogenei fra di loro, non hanno standard ben definiti e condivisi. Proprio per rispondere a tale esigenza, la Cei offre una bussola da seguire.
Del resto, la finanza sostenibile ESG è ormai una realtà sul piano internazionale e vale oltre un terzo del Pil globale (circa 31 trilioni di dollari). Nello specifico, le Commissioni episcopali per il Servizio della carità e della salute e per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei hanno pubblicato il documento “La Chiesa Cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance”. Si tratta di uno strumento concreto di indirizzo per investire responsabilmente le risorse finanziarie della Chiesa e degli enti ecclesiastici presenti nel Paese, oltre che un contributo decisivo nel cammino di trasparenza e informazione su come la Chiesa governa le attività economiche.
Nummus.info fornisce quelle informazioni non finanziarie che permettono di integrare le scelte d’investimento con l’aspetto sostenibile e sociale attraverso report operativi.
La società trentina si avvale della ricerca ESG di MSCI ESG Research che mette a disposizione analisi derivanti da MSCI riguardanti il rating ESG, l’impatto sostenibile e le emissioni di CO2 e analisi personalizzate tramite una piattaforma proprietaria.
Ai 17 obiettivi ESG dell’Onu (che vanno dal superamento della povertà alla lotta contro il cambiamento climatico) il documento della Cei affianca altre finalità: proteggere la vita e la dignità umana in tutte le sue forme, favorire l’emancipazione del lavoro femminile, sostenere la famiglia con figli e le relative politiche di welfare, ridurre la produzione di armi, perseguire la giustizia economica e incoraggiare la responsabilità aziendale. Il documento, presentato ieri, è il frutto di quattro anni di approfondimenti effettuati con il contributo di studiosi ed esperti: «I punti di riferimento di quel lavoro erano molteplici, dai documenti analoghi già pubblicati da altre Conferenze episcopali nazionali alla crescente sensibilità verso investimenti con attenzione all’ambiente, al sociale e alla governance, fino al documento della Santa Sede Oeconomicae et pecuniariae quaestiones », ha spiegato Stefano Russo, segretario generale della Cei. Mauro Salvatore, economo dalla Cei, parla di linee che costituiscono «un prontuario affidabile» per la gestione delle risorse economiche da parte delle realtà ecclesiali nel mondo economicofinanziario.
Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro ricorda che «la finanza va riportata al suo ruolo sociale » ed evidenzia come il testo Cei si inserisca in percorso che la Chiesa italiana sta portando avanti da tempo: «È frutto di un lavoro sinodale, raccoglie istanze molto sentite negli uffici della Cei, delle diocesi, negli economati».
Per l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente di Caritas italiana e della Commissione episcopale per il Servizio della carità e la salute, il documento è importante sotto diversi aspetti: «Ha valore profetico e valori ideali, ma va molto nel concreto dando indicazioni sui criteri con cui la Chiesa e chi condivide questo approccio etico può investire». In quest’ottica, rientra anche la cooperazione con Nummus. info, società trentina che si propone come 'certificatore' degli investimenti che rispettano i principi della finanza sostenibile e della Dottrina sociale della Chiesa. Nummus.info fornisce informazioni non finanziarie che permettono di integrare le scelte d’investimento con l’aspetto sostenibile e sociale attraverso report operativi in grado di evidenziare quelle società 'a rischio' o che potrebbero essere coinvolte in attività problematiche che non soddisfano i principi etici dell’investitore.