Loreto. La Casa di Maria accoglie i terremotati
«Le festività mariane di quest’anno, in particolare la festa della Beata Vergine di Loreto, con la quale si ricorda la traslazione della Santa Casa di Maria da Tersatto sulle colline marchigiane, assumono un particolare significato in relazione ai recenti eventi sismici che hanno sottratto casa e lavoro a migliaia di persone». Lo aveva annunciato nei giorni scorsi l’arcivescovo delegato pontificio di Loreto, Giovanni Tonucci. E aveva spiegato che «Maria è la patrona della casa».
Ad aggiungere contenuti e valore all’intento di Tonucci e dell’intera comunità lauretana (impegnata nell’accoglienza di centinaia di sfollati dai luoghi terremotati) è stata la presenza a Loreto ieri sera del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che, giunto già per l’accensione del “fuoco della Venuta”, ha assistito anche alla rievocazione storica dell’arrivo delle pietre della casa di Maria di Nazaret e ha presieduto la Messa alle 21 nella Basilica alla presenza di migliaia di pellegrini, dei cardinali Edoardo Menichelli e Gualtiero Bassetti, dei vescovi delle diocesi coinvolte nel sisma, del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e di alcune decine di sindaci dei Comuni colpiti dal sisma.
«La presenza del segretario di Stato è un importante segno di vicinanza di papa Francesco a tutti noi, in particolare a tutte le persone vittime del terremoto», ha sottolineato Tonucci all’inizio della celebrazione eucaristica. Dopo aver invitato alla contemplazione degli istanti che Maria deve aver vissuto subito dopo l’annuncio della sua maternità, «nel silenzio e nella tranquillità della piccola casa», nell’omelia Parolin ha ricordato come nelle pagine successive il Vangelo racconti di una Maria che «non è rimasta in casa, ma si è messa in cammino per raggiungere la regione montagnosa della Giudea, non lontano da Gerusalemme, per prestare il suo aiuto alla cugina Elisabetta ». Riflettendo su quanto ha causato il sisma, Parolin ha sottolineato come sia questo «il momento di sentirci uniti in una battaglia immane per andare avanti, continuare il cammino, ricostruire quanto è stato distrutto. Manteniamo salda nel cuore la convinzione che la nostra volontà e la nostra fede sono più forti del terremoto ».
E ha concluso: «La persona terremotata è per ciascuno di noi l’uomo che, scendendo da Gerusalemme a Gerico, è stato assalito ed è rimasto nudo e ferito al bordo della strada. L’invito pressante che Dio Padre ci rivolge è quello di essere per tutti il buon Samaritano, che si ferma, si dà da fare, si fa carico del dolore di un estraneo e paga di persona. La lezione che devo capire, con l’intelligenza e con il cuore, è che in definitiva nessuno in questo mondo è veramente un estraneo per me, perché tutti siamo fratelli e sorelle, uniti da uno stesso destino e abbracciati in uno stesso progetto di amore di Dio». Al termine della Messa, la statua della Madonna di Loreto (sorretta anche quest’anno, come da tradizione, da avieri dell’Aeronautica militare) ha percorso le vie del centro storico cittadino, a voler suggerire un abbraccio simbolico della Madre a tutti coloro che sono costretti fuori dalle proprie case.