Siracusa. La teologia va a scuola di “pizza solidale”. Da PizzAut
Nico Acampora
«Le persone con disabilità non sono viste soltanto come individui che devono recuperare autonomie e funzioni, quanto piuttosto come persone, come uomini e donne che ambiscono a un percorso, mai compiuto, verso la pienezza di vita. Portatori non solo di bisogni assistenziali, ma anche e soprattutto di valori, desideri e priorità». Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio per la Pastorale delle persone con disabilità della Conferenza episcopale italiana, sottolinea il cambiamento di paradigma in atto. Alle sue parole fanno eco quelle di Nico Acampora, educatore e fondatore di PizzAut, ristorante gestito da ragazzi con autismo che si trova a Cassina de Pecchi (Milano): «Sono circondato da vite straordinarie tutti i giorni. Trascorro il mio tempo con ragazzi che hanno voglia di vivere la vita e purtroppo il contesto di questa società spesso li chiude in casa o in un istituto. E invece vedere la loro vita che esplode, la loro energia, la loro passione è straordinario. Ti riempiono, riempiono te di vita”.
Suor Veronica e Nico Acampora sono stati i protagonisti della lectio magistralis sul tema “Qualità di vita e inclusione” per l’inaugurazione dell’anno accademico 2023/24 dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa. Una realtà accademica che accoglie studenti provenienti dalle diocesi di Siracusa, Noto, Ragusa, Catania, Acireale, Messina, Patti, Piazza Armerina, Caltagirone e Caltanissetta.
Due protagonisti della «profezia sul dono della vita che dedicano la loro vita a far comprendere che la vita non si classifica in sana o malata, in disabile o normale, ma si serve con la consapevolezza che la vita stessa è una vita personale, dell’uomo spirito incarnato», sottolinea don Salvatore Spataro, direttore dell’Issr. «La vita è sacra senza eccezioni: è questo il banco di prova della nostra civiltà. Diventa sempre più urgente diffondere l’etica della cura, rivolta a tutti e mai dedicata a qualche categoria» ha concluso don Spataro.
«Dalla prospettiva di cosa possiamo fare noi per loro si è passati alla prospettiva del cosa possiamo fare “con” loro. La sfida è offrire sostegni diversificati e la formazione è la chiave, perché se formi a più livelli quindi partendo dai seminaristi, dal clero, dagli insegnanti hai una ricaduta nuova» ha concluso suor Veronica. E Nico Acampora ha aggiunto: «PizzAut è straordinaria perché lì c’è la vita tutti i giorni. Letizia ha imparato lunedì a prendere le comande, ci sono voluti sei mesi per imparare. Quando ha preso la prima comanda al tavolo 93, ha pianto come una bambina. E la cosa incredibile è che hanno pianto anche i clienti. Letizia sta dimostrando che si può fare con tanto impegno, con tanta fatica, ma si può fare».
Un invito a coltivare «una fede che si fa cultura, che incide sulla cultura, che trasforma la cultura» lo ha rivolto l’arcivescovo Francesco Lomanto che ha presieduto la celebrazione eucaristica prima della lectio magistralis.