Sulla stessa terra di desolazione dove l’ex Unione sovietica seppelliva in fosse comuni i suoi avversari, politici o religiosi, sorge ora la Cattedrale cattolica di Karaganda. Il gulag di Karlag, situato nelle steppe tra Russia e Cina, nell’attuale Kazakhstan, ai tempi dell’oppressione stalinista si estendeva su una superficie di 250 chilometri quadrati: un immenso campo di concentramento in cui persero la vita, tra gli altri, migliaia di cristiani. Nessuno conosce più la maggior parte dei loro nomi e dei loro volti, cancellati dalla micidiale abrasione di anonime sepolture di massa. Ora le guglie neogotiche della nuova Cattedrale racconteranno il loro riscatto. Le navate interne, spaziose e luminose, insieme alle pietre caucasiche della facciata, trasmetteranno la loro storia alle oltre cento popola- zioni che convivono in questo territorio.La costruzione della Cattedrale è stata possibile grazie alle generose donazioni di molti finanziatori dell’Europa occidentale, tra cui l’Associazione Luci sull’Est, nata a Roma nel 1991 con lo scopo di diffondere e difendere i valori della cristianità nei territori dell’ex-Urss. «Abbiamo donato circa 200 mila euro per l’edificazione della Cattedrale – spiega Juan Miguel Montes, di origine cilena, membro del consiglio e tra i principali fondatori di Luci sull’Est – costruita con materiali di altissima qualità, che in quelle regioni per fortuna si possono trovare a prezzi ragionevoli. L’allora vescovo di Karaganda, monsignor Jan Pavel Lenga, che ha lasciato pochi giorni fa per motivi di salute, nel 2003 ha chiesto al governo kazako di poter realizzare la Cattedrale proprio in quel luogo sacro, per commemorare tutti i martiri, di oltre 120 etnie, dell’Unione sovietica. Nel 1917 – prosegue Montes – alla fine dell’Impero russo, c’erano circa nove milioni di cattolici. Tutti quelli di rito latino attorno agli anni ’40-’50, erano praticamente scomparsi. Il gulag di Karlag era proprio quello destinato ai cattolici, la gran parte polacchi, ucraini, tedeschi, ma anche lituani e bielorussi, che qui morivano fucilati o per gli stenti. Proprio qui infatti è morto martirizzato il sacerdote Alexij Saritski, proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 2001».La prima pietra è stata posata nel 2005, alla presenza dell’allora segretario di Stato vaticano, il cardinale Angelo Sodano. Ormai ultimata, la Cattedrale è tra le più grandi del Kazakhstan ed è stata dedicata alla Madonna di Fatima. In uno dei suoi tre segreti la Vergine aveva profetizzato i disastri provocati dagli «errori dell’Unione sovietica sparsi nel mondo», sui quali tuttavia, alla fine, avrebbe «trionfato il Cuore immacolato di Maria». «Ormai – conclude Montes – vanno tutti fieri di questa Cattedrale. Perfino il sindaco di Karaganda, benché certamente non cattolico, si è detto orgoglioso di poter avere nel suo comune la 'Notre Dame dell’Asia'».Oltre alla costruzione della Cattedrale di Karaganda, l’Associazione Luci sull’Est, attiva in 18 Paesi, supporta le attività della Biblioteca dello Spirito e dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, soprattutto nella stesura dell’Enciclopedia cattolica in lingua russa. In Ucraina ha fornito supporto al Centro multimediale cattolico e all’opera degli Oblati di Maria Immacolata di Kiev. A Luci sull’Est si deve inoltre la diffusione di oltre quattro milioni di libri religiosi, di oltre 14 milioni di stampe e 81 mila statuette della Madonna di Fatima. La nuova Cattedrale di Karaganda.