Caritas italiana rinnova in questi
giorni il suo appello alla preghiera e alla solidarietà per le
minoranze perseguitate in Iraq. Lo riferisce il Sir, Servizio
Informazione Religiosa. Le notizie delle violenze nel nord
dell'Iraq si susseguono senza sosta, e la stessa Caritas Iraq,
per la prima volta negli ultimi anni, è stata costretta a
chiudere tre suoi uffici nelle località di Qaraqosh, Bartilla
e Alqosh e trasferire il suo staff a Erbil, il capoluogo della
regione del Kurdistan, nel Nord dell'Iraq, e nelle località di
Zakho e Dohuk, vicine al confine con la Turchia e la Siria, e
ad Ainkawa. Ormai si contano a centinaia di migliaia gli
sfollati, in gran parte cristiani e Yazidi.
In particolare a Zakho si concentra
l'assistenza di Caritas Iraq alla minoranza religiosa degli Yazidi,
molti dei quali sono sopravvissuti dopo essersi rifugiati sul monte
Sinjar, in pieno deserto e con temperature altissime. La fuga di
molte famiglie è stata così rapida che hanno portato con sè solo
quello che avevano addosso; ora, come informa Caritas Iraq, "i loro
sguardi sono senza speranza, frustrati dal timore che il mondo non
riesca a mettere fine a queste continue tragedie umane".
La fuga
verso il Kurdistan è difficile e richiede attese anche di otto ore
ai posti di controllo. Una volta al sicuro, molte famiglie sono
accolte e assistite dalla popolazione locale, ma molte sono costrette
a dormire nei parchi pubblici o nelle chiese. Caritas Iraq ha scelto
di concentrare la maggior parte delle sue attività nei villaggi
vicini a Duhok, (Sarsank,Ineshky, Amadiya...) e a Zahko (Fishkhabour,
Persephy, Derabon, ecc.). Sono 5.000 le famiglie assistite con
viveri, medicinali, rifugi provvisori, ma il loro numero è in
costante crescita. L'impegno finanziario supera il milione di euro.Nei giorni scorsi
il cardinale Angelo
Bagnasco, presidente della Cei, ha espresso la piena
disponibilità ad accogliere i perseguitati nelle diocesi
italiane. Caritas italiana è già in coordinamento per
progetti di emergenza con: Caritas Iraq, in costante contatto
nei luoghi di accoglienza per assistere fino a 300.000 famiglie
sfollate, circa 1 milione e mezzo di persone; Caritas Libano,
che ha iniziato ad accogliere il fiume di famiglie cristiane
irachene che stanno scappando da Mosul e raggiungono familiari
e amici che vivono nel Paese, e che si aggiungono ai già
tantissimi profughi siriani presenti; Caritas Turchia, con
molte famiglie che stanno raggiungendo il territorio turco per
ricongiungersi con familiari e amici che già vivono in
Turchia. La Turchia sta assistendo queste famiglie sia al
confine con l'Iraq che a Istanbul. Per sostenere gli interventi
in corso, si possono inviare offerte a Caritas italiana
(www.caritasitaliana.it) specificando nella causale: "Iraq".