I cristiani e le altre minoranze
perseguitate dagli jihadisti attendono un aiuto decisivo da
parte della comunità internazionale. "Se continuate a dormire i
terroristi arriveranno fin sotto le vostre case", è il
drammatico appello di
Shlemon Wardouni,
vescovo ausiliare del
Patriarcato di Babilonia della chiesa cattolica dei Caldei, che
denuncia l'inerzia del mondo occidentale rispetto all'Isis. Ma
anche il cardinale
Antonio Maria Vegliò, alla guida della
Pastorale dei migranti, dopo aver incontrato oggi Papa
Francesco, ha detto senza mezzi termini: "La comunità
internazionale fa molto poco".
Un appello a intervenire per fermare questo "crimine contro
l'umanità" arriva dai Patriarchi orientali che in questi giorni
si sono riuniti in Libano. Tornano a chiedere che i
rappresentanti dell'Islam si pronuncino contro l'Isis e contro
tutti i fondamentalisti autori di "crimini odiosi". I Patriarchi
delle Chiese orientali saranno dal 9 al 12 settembre a
Washington, al Congresso organizzato dai vescovi americani per
riflettere su quello che sta accadendo in tanti Paesi del mondo
contro i cristiani e altre minoranze. Una nuova 'shoah', come
anche il cardinal Vegliò, ha detto oggi, sottolineando però che
"nessuno potrà dire che non sapeva". E negli Stati Uniti volerà
anche il cardinale Fernando Filoni, che è stato di recente in
Iraq, e tra gli sfollati in Kurdistan, come inviato personale di
Papa Francesco. Per il Vaticano andrà anche il prefetto della
Congregazione per le Chiese orientali, il cardinale argentino
Leonardo Sandri. L'incontro in America è stato convocato per
sensibilizzare l'Occidente ma anche per valutare un
coinvolgimento del Consiglio di sicurezza dell'Onu su questa
tragedia.
"La situazione dei cristiani - ha detto oggi mons. Wardouni
dal Meeting di Cl in corso a Rimini - è catastrofica. Quello che
sta accadendo rappresenta una tragedia inimmaginabile. Migliaia
di persone, moltissimi bambini vengono ammazzati senza pietà,
soprattutto quelli yazidi. Io sono qui per gridare all'Occidente
di svegliarsi da un sonno profondo durato troppo tempo. Bisogna
ricominciare a costruire la pace". Secondo il vescovo, bisogna
intervenire, sia per via diplomatica sia, se necessario, per via
armata. Anche i Patriarchi chiedono all'Occidente "un intervento
deciso" e definiscono "legittimo" l'uso della forza perché
"abbiamo il diritto di difenderci e chiediamo di essere difesi".
Ma è di altro avviso padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà
Cattolica. Anche il gesuita parla al Meeting di Rimini e dice
che Papa Francesco invita a "fermare, disarmare. I bombardamenti
e gli interventi ai quali abbiamo assistito in anni recenti non
hanno risolto nulla. Anzi hanno creato mostri peggiori con i
quali oggi dobbiamo confrontarci. Papa Francesco ha ben presente
questa dinamica perversa. La sua iniziativa di preghiera per la
Siria in questo senso è stata esemplare, come lo fu quella di
Giovanni Paolo II, inascoltata purtroppo, contro la guerra in
Iraq".