LA LETTERA - Su Imu e istruzione non profit. «Io, parassita della scuola d’infanzia»
è giusto pagare le tasse? Anche la Chiesa deve pagare le tasse? Sì è giusto! Chi non le paga è un parassita, come recita una pubblicità del Governo? Sì, è un parassita della società!
Ho letto il regolamento per l’applicazione dell’Imu al 'non profit' destinato a fare chiarezza su quelle che qualcuno, in passato, aveva definito le zone oscure della normativa vigente e ho scoperto che la chiarezza non è poi così chiara e che anch’io rischio essere equiparato a un odioso parassita della società, perché finora non ho mai pagato l’Ici sulla scuola dell’infanzia che gestisco e non ho ancora pagato la prima rata dell’Imu di quest’anno. Per l’ex canonica che ho affittato a una comunità religiosa che ospita ragazzi in affido dal Tribunale dei minori invece l’ho pagata.
Avrei 'rubato' soldi allo Stato e alla società civile nascondendomi dietro la pretesa che stavo offrendo il servizio pubblico dell’istruzione a 100 bambini che diversamente non avrebbero potuto godere di questo loro costituzionale diritto in quanto non ci sono scuole pubbliche statali capaci di accoglierli.
Ciò che è peggio, devo proprio confessarlo, mi sono reso conto che mi nascondevo anche dietro un foglio di carta con su scritte tante baggianate, che si chiama 'Legge dello Stato italiano n° 62 del 13 marzo 2000. Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione', dimenticando che nel nostro laico Paese, quell’anno, solo tre giorni prima avevamo celebrato il carnevale e che quei fogli altro non erano che una 'carnevalata'.
Oggi, però, grazie al regolamento per l’applicazione dell’Imu, intendo che ho la possibilità di ravvedermi. Sì, lo Stato italiano non solo non mi metterà in carcere per tutti i soldi che in questi anni ho 'rubato' alla collettività, ma mi offre ancora la possibilità di non pagare l’Imu, basta che l’attività sia svolta a titolo gratuito! Nulla di più semplice.
Nel bilancio preventivo della mia scuola, quest’anno, i costi ammontano 'solo' a 300.000 euro. Dalle istituzioni riceverò 116.000 euro, dai genitori 154.700 euro, cifre tutt’altro che simboliche e molto lontane dalla 'gratuità', ma all’appello mancano ancora altri 29.000 euro per raggiungere un pareggio. In compenso la 'mia' scuola è a norma, ho il Certificato prevenzione incendi, pago i dipendenti, l’Iva al 21% su tutto ciò che acquisto… ma sono un maledetto parassita sociale perché non ho ancora pagato la prima rata Imu e sognavo di non pagare nemmeno la seconda.
Ora mi trovo di fronte a due scelte possibili: 1) offrire il servizio pubblico dell’istruzione (mi piace chiamare ancora così la 'carnevalata' di scuola paritaria che gestisco) a titolo gratuito, accollandomi tutta la spesa di 300.000 euro così da non pagare l’Imu; 2) pagare l’Imu e offrire il servizio pubblico dell’istruzione a pagamento alla 'modica' cifra di di 300 euro al mese (se non dovessi però rinunciare ai contributi pubblici) rispetto agli attuali 170 euro al mese.
Tra 'i due litiganti il terzo gode', si dice. Ed è lo Stato italiano che grazie alla mia scuola quest’anno risparmia 503.412,00 euro (tanto gli costerebbe se la gestisse lui, senza contare però anche tutti gli altri costi relativi alla gestione e manutenzione dell’immobile).
Mi fermo e ripenso: davvero sono io il parassita?