Chiesa

INTERVISTA A ZUCHNIEWICZ. Così il beato Giovanni Paolo II sa parlare all’umanità di oggi

Luigi Geninazzi lunedì 2 aprile 2012
​Oltre quota cento. Per l’esattezza sono 105 finora i luoghi in Polonia con le reliquie del beato Giovanni Paolo II. Chiese, santuari, cappelle di ospedali o presso istituti religiosi. In genere si tratta di reliquie di primo grado, una goccia di sangue o una ciocca di capelli. Sette anni dopo la sua morte, il 2 aprile del 2005, e a meno di un anno dalla solenne beatificazione dello scorso 1° maggio «è davvero impressionante notare come tra i fedeli sia già molto diffusa la venerazione di Giovanni Paolo II», dice Pawel Zuchniewicz, giornalista e scrittore divenuto famoso per i suoi libri su Karol Wojtyla. 50 anni, laureato in teologia, Zuchniewicz aveva seguito per conto della Radio polacca i viaggi del Papa in patria e all’estero. E dopo la sua morte ha girato la Polonia raccogliendo storie e testimonianze di grazie ricevute che ha pubblicato in un libro divenuto un best-seller, I miracoli di Giovanni Paolo II. Abbiamo intervistato Pawel Zuchniewicz alla vigilia del settimo anniversario della morte di papa Wojtyla, una data che com’è ormai tradizione verrà commemorata con Messe, veglie di preghiera e manifestazioni culturali e artistiche in tutta la Polonia. Secondo gli ultimi dati forniti dalla "Kai", l’agenzia cattolica polacca, sono più di 100 le chiese dov’è possibile venerare le reliquie del beato Giovanni Paolo II. Come giudica questo fatto?È il segno, visibile e commovente, che i fedeli vogliono essergli il più possibile vicini. Già prima della beatificazione moltissimi lo consideravano come un nuovo grande patrono. Ora questo culto è confermato dalla Chiesa. Ed il fatto che molti di noi l’abbiamo potuto vedere, conoscere e incontrare di persona durante la sua vita terrena spiega il diffondersi della sua venerazione. È un legame unico, straordinario.A cosa si riferisce?L’ho notato anche recentemente, in occasione di uno spettacolo sulla Passione di Gesù che è stato dato sulla piazza del Castello a Varsavia. Ad un certo punto entra in scena la figura di Giovanni Paolo II e si odono le sue parole pronunciate nella stessa piazza durante la prima visita che compì in Polonia nel 1979.  Un brivido d’emozione ha percorso tutti gli spettatori. C’è una grande nostalgia di papa Wojtyla. Il che spiega il desiderio di avere qualcosa di suo: un ricordo, ancor più una reliquia. La nostalgia è un sentimento molto umano, in Polonia Giovanni Paolo II è giustamente considerato un eroe nazionale. Ma dal punto di vista religioso?Lo so, per molti la figura del Papa polacco rappresenta un motivo d’orgoglio e di fierezza nazionale, una sorta di campione riverito e rispettato in tutto il mondo. Però, accanto a questo sentimento, si sta affermando una coscienza più attenta alla dimensione religiosa. Le faccio un esempio: c’era una gran massa di polacchi a Roma, alla cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II. Ma non erano lì come si va ad una partita di calcio. Erano venuti in pellegrinaggio, si sentivano in comunione con la Chiesa universale, grati a Benedetto XVI, primo Papa della storia a proclamare beato il predecessore. Non c’era nulla di trionfalistico o di nazionalistico. Si parla spesso di generazione Giovanni Paolo II, alludendo a coloro che sono nati e cresciuti nel corso del lungo pontificato wojtyliano ed hanno riempito le mega-adunate delle Giornate mondiali della gioventù. Cosa li lega al Papa scomparso?È un sentimento filiale che tra i giovani polacchi è sempre molto forte. Un’inchiesta ha mostrato che oltre il 50 % dei polacchi considera il 2 aprile, anniversario della morte di Giovanni Paolo II, una data da commemorare ogni anno, più importante della stessa festa nazionale. Ebbene, è interessante notare che tra i giovani a pensarla così sono di più, il 62 %. Nonostante la progressiva secolarizzazione della nostra società il legame affettivo con Karol Wojtyla non viene meno. A che punto è il processo di canonizzazione del beato Giovanni Paolo II?Per questo è necessario l’accertamento di un miracolo avvenuto dopo la beatificazione. Mi è giunta notizia che tra le varie segnalazioni giunte alla Congregazione delle cause dei santi ne sarebbe già stato scelto uno che sarà sottoposto ad esame. Ma è solo una voce, al momento non c’è nessuna conferma ufficiale.