Intervista. Ordine di Malta, fra' Dunlap: dal Papa nessuna riduzione della "sovranità"
Papa Francesco con fra' John Dunlap
Fra’ John Dunlap, 65 anni, canadese, è il luogotenente del gran maestro che guiderà l’Ordine di Malta (Smom) fino al Capitolo generale previsto nel gennaio 2023. A giugno - dopo la prematura morte del predecessore fra’ Marco Luzzago - è stato nominato a questo incarico da papa Francesco che il 3 settembre a promulgato la nuova Costituzione, frutto di un lavoro di riforma durata cinque anni, dopo che ne 2017 si era aperta una grave crisi istituzionale interna con lo scontro tra l’allora gran maestro Matthew Festing e il gran cancelliere Albrecht von Boeselager. Incontriamo il luogotenente alla vigilia dell’incontro al Quirinale con Sergio Mattarella che lo riceverà oggi insieme con altri membri del Sovrano Consiglio, tra cui gli italiani Riccardo Paternò di Montecupo (gran cancelliere), fra’ Alessandro de Franciscis (grande ospedaliere) e Antonio Zanardi Landi. Ci sarà anche l’ambasciatore dello Smom presso l’Italia Stefano Ronca. Si tratta della terza visita al Quirinale negli ultimi venti anni della Massima Carica dell’Ordine di Malta a un presidente della Repubblica italiana. L’ultima fu quella del gran maestro fra’ Matthew Festing sempre a Mattarella il 27 ottobre 2016. La visita del gran maestro fra’ Giacomo della Torre del Tempio di Sanguinetto fissata per il 13 gennaio 2020 fu annullata all’ultimo momento a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute del gran maestro. È il primo incontro del nuovo luogotenente di gran maestro e delle alte cariche dell’Ordine con un Capo di Stato estero.
Fra’ John, la nuova Costituzione è stata accolta anche da critiche da chi vi vede una perdita di sovranità da parte dell’Ordine…
Siamo stati sempre un ordine religioso sotto l’autorità del Papa. E in questo niente è cambiato. La sovranità è un aspetto funzionale della nostra realtà. E anche in questo non ci sono stati cambiamenti. Abbiamo piene relazioni diplomatiche con 112 Paesi e nessuno di questi le ha rotte, come nessuno le ha rotte con la Santa Sede. Il Papa ha voluto sempre valorizzare il nostro essere un ordine religioso, ma non ha mai messo in discussione il fatto che conservassimo la sovranità necessaria per svolgere l’attività diplomatica.
Una novità della Costituzione che ha fatto discutere è quella che vede il gran maestro eletto ad tempus (massimo due mandati decennali) e non più a vita.
È una decisione del Papa. Ma il Pontefice ci ha anche detto che questo punto potrà essere cambiato in futuro, se vogliamo. Magari stabilendo che il gran maestro arrivato ad una certa età debba, come i vescovi, presentare le dimissioni, che diventerebbero esecutive dopo l’accettazione del Sovrano Consiglio.
Papa Francesco oltre a promulgare la nuova Costituzione ha anche radicalmente rinnovato le alte cariche dell’Ordine, nominando un governo provvisorio in cui non ci sono più rappresentanti tedeschi. Questo ha un significato particolare alle luce degli avvenimenti degli ultimi anni?
È stata una decisione del Santo Padre. Comunque quello attuale è un governo provvisorio appunto, che durerà fino al prossimo Capitolo. In quella occasione non vedo ragioni per cui non potranno essere eletti rappresentanti tedeschi. Quella germanica è una realtà molto importante nell’Ordine.
È stata abolito anche il requisito che prevedeva 4/4 di nobiltà per i professi candidabili a diventare gran maestro.
A dire il vero è dagli anni Sessanta del secolo scorso che la Santa Sede chiedeva questo. È stato l’ordine a non dare seguito a tale richiesta. Non ho nessun problema con la presenza di nobili nell’ordine, ma questo non può essere un elemento preferenziale per rivestire una determinata carica.
Il voto alle donne è una novità?
È una novità che sia espressamente previsto dalla Costituzione. Ma in passato è già successo che alcune dame, che complessivamente sono il 27% dei membri dell’Ordine, abbiano partecipato all’elezione del gran maestro.
La crisi istituzionale che avete attraversato vi ha distolto dalle attività ordinarie?
Assolutamente no. In quest’anno ad esempio abbiamo svolto un grande lavoro di aiuto in Ucraina. Anche per questo servizio i nostri dipendenti sono passati da 46mila a 52mila, che si aggiungono ai 90mila volontari e ai 13mila membri dell’Ordine. Ma abbiamo continuato a prestare il nostro aiuto anche ai profughi e ai migranti - specialmente in Turchia, in Libano e in Siria - e siamo stati in prima linea, a fianco dei più poveri, per affrontare la pandemia. L’Ordine è molto rispettato anche nei Paesi musulmani, dove siamo gli unici a poter esporre la croce. A Betlemme gestiamo l’unico ospedale pediatrico con un reparto intensivo per neonati della regione. La quasi totalità dei bimbi curati sono musulmani. L’ordine ha poi pieni rapporti diplomatici con altri Paesi a maggioranza islamica come il Marocco e la Giordania.
Qual è secondo lei la principale esigenza dell’Ordine?
La mia preghiera è che aumentino le vocazioni religiose, che ci sia un numero di professi sufficiente per le necessità dell’Ordine.
Ci sono segnali positivi in tal senso?
Sì, grazie a Dio. Negli incontri recenti avuti a Londra, a Praga e ad Assisi ho incontrato diverse persone che si sono dette disponibili a iniziare un percorso di formazione per essere ammessi tra i i professi. A questo proposito, insieme al cardinale delegato Silvano Tomasi, abbiamo cominciato a cercare uno stabile qui a Roma da adibire a casa di formazione.
Qual è il sentimento con cui vi recate a visitare il presidente Mattarella?
Con il presidente ci siamo incontrati il giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II. In quella occasione si è congratulato per la mia nomina a luogotenente ha ringraziato per la collaborazione fra l’Ordine e lo Stato italiano. Pochi giorni dopo ci è arrivato il gradito invito.
L'ordine di Malta: cos'è
Ordine religioso laicale della Chiesa cattolica e soggetto di diritto internazionale, il Sovrano militare ordine di Malta ha relazioni diplomatiche con 112 Stati e con l’Unione Europea ed ha lo status di osservatore permanente all’Onu. Opera attraverso 11 priorati, 48 associazioni nazionali, 133 missioni diplomatiche, un’agenzia di soccorso internazionale e 33 corpi di soccorso. Il suo impegno, recita il sito ufficiale, riguarda la tutela della dignità umana e l’assistenza dei bisognosi, indipendentemente dalla loro origine o religione.