La storia. «Tipi loschi»: ha 100 anni la Compagnia fondata da Frassati
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«Tipi loschi». Sì, ma da oratorio. A quasi un secolo dalla sua nascita al cielo, avvenuta il 4 luglio del 1925, Pier Giorgio Frassati continua ad affascinare e ispirare intere generazioni di uomini e donne. Ma è soprattutto tra i giovani che il messaggio del beato torinese continua a far breccia attraverso lo spirito nobile e magnetico della «Compagnia dei Tipi Loschi», un modo originale e virtuoso di vivere l’amicizia nella fede, ideato dallo stesso Pier Giorgio nel 1924. Ebbene, nel centenario esatto di quell’intuizione, l’audacia cristiana dei «Tipi Loschi» si appresta a rivivere con nuovo slancio negli oratori. L’ideale inizio di questo percorso avverrà oggi, al Pian della Mussa in località Balme (Torino), nel luogo in cui Frassati diede il via a quell’avventura spirituale e fraterna senza tempo. A partira da stamani (il ritrovo è stato alla chiesa della Santissima Trinità di Balme), una speciale giornata di festa celebrerà l’anniversario con una Messa seguita da un’escursione sulle montagne care a Pier Giorgio. Da quelle vette, il «giovane delle otto beatitudini» esercitava infatti il proprio apostolato della preghiera e dell’allegria: un modello ancora oggi valido e luminoso. L’appuntamento ad alta quota sarà caratterizzato da momenti di condivisione, di amicizia e di preghiera nel ricordo del beato torinese per il quale si prospetta la canonizzazione nell’anno giubilare 2025. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Pier Giorgio Frassati di Torino assieme alla sezione torinese di Giovane Montagna e a Noi Associazione Aps, che si appresta a portare lo spirito dei «Tipi Loschi» negli oratori di tutta Italia. L’ulteriore grande notizia, infatti, è proprio questa: grazie alla realtà associativa guidata dal presidente nazionale don Luca Ramello, il messaggio di Frassati diventerà il filo conduttore di un percorso educativo e spirituale ideato per chi vive l’amicizia, la fede e l’impegno sociale a cominciare dalla parrocchia e dalla propria comunità. «Vogliamo valorizzare il modello del beato Pier Giorgio, così che possa essere riscoperto nei suoi valori, ancora attualissimi, e vissuto come una guida per i nostri oratori», ha spiegato don Ramello. Noi Associazione Aps sarà dunque protagonista di questo progetto che, inserendosi nel già citato centenario, si declinerà attraverso una serie di iniziative condivise con il Comitato diocesano per la canonizzazione. «Una volta al mese programmeremo una gita sulle montagne piemontesi per approfondire un aspetto della vita e della spiritualità di Frassati e per rilanciare ai giovani le sue provocazioni». Da questa esperienza nasceranno poi un docu-film e una proposta educativa che Noi Associazione diffonderà sui canali digitali e negli oratori, come traccia di formazione per i ragazzi. L’ormai imminente evento del 18 maggio rappresenterà una sorta di avvio per il cammino dei «Tipi Loschi da oratorio». E a contrassegnare questo percorso saranno in particolare tre simboli riferiti alla vita e ai valori del beato torinese: la piccozza, che rimanda alla montagna; il Rosario, emblema della fede, della devozione mariana e della spiritualità («l’unico vincolo potente, l’unica base sicura», scriveva Frassati) e infine la corda, segno dell’amicizia. «Nell’anno del Giubileo seguiremo queste tracce per guardare sempre verso l’alto sulle orme del Vangelo», conclude don Luca Ramello. L’obiettivo finale? Quello che il beato Pier Giorgio descriveva già cent’anni fa: «Vivere e non vivacchiare».