"Si ha fame di dignità come si ha fame di
pane, e tutti noi che abbiamo pane in abbondanza non abbiamo più tanto fame
di dignità". Lo ha detto il cardinale Angelo Scola, all'inaugurazione del
Refettorio Ambrosiano. "La realta' e' testarda - ha detto Scola riguardo
all'apertura della struttura in piazza Greco - e non vanno trascurati due
fatti: questa idea e' stata lanciata il Giovedì Santo, il giorno
dell'istituzione dell'Eucarista", ricordando che "il bisogno del pane e'
bisogno di senso globale. E oggi è la festa del Corpus Domini". In questo
sta "il senso pieno e il motivo per cui la Chiesa gioisce per questo dono e
ringrazia, perché è completo: tiene conto di tutto l'uomo, e chi ha più
bisogno di tutto, se non chi ha fame?". Ma per Scola "si ha fame di dignità
come si ha fame di pane, e tutti noi che abbiamo pane in abbondanza non
abbiamo piu' tanto fame di dignità"."La bellezza è una risposta alla fame, e se si
accompagna al cibo spalanca al desiderio del compimento": per questo, per il
cardinale Angelo Scola e' una "obiezione banale dire che era meglio
risparmiare e dare piu' cibo ai bisognosi". L'arcivescovo lo ha spiegato alla
inaugurazione del Refettorio Ambrosiano, in riferimento ad alcune critiche
rispetto alle risorse usate per la sua realizzazione. "È vero che bisogna il
più possibile ridurre la fame e la povertà, ma il bello per sua natura,
soprattutto quello che viene dal dono, non può non allietare il cuore delle
persone", ha detto Scola. "Per la sua grande storia, Milano - ha poi spiegato
- non puo' non avere attenzione per chi ha bisogno. L'uomo parte sempre dal
bisogno, Gesù lo faceva, ma era attento a dilatare il bisogno in desiderio:
e' quello che i promotori di questa iniziativa hanno intuito. Hanno voluto
costruire una realtà con piu' dimensioni in cui il bisogno potesse essere
trasformato in desiderio". Questo, perchè" nutre veramente la vita solo
ciò che rallegra il cuore'. Entrando qui si ha subito la percezione della
bellezza, e quindi di un modo più adeguato per affrontare la tragedia della
fame. Non è una operazione raffinata di un gruppo di intellettuali ma un
gesto di condivisione umana a cui tutti gli uomini sono chiamati". Un luogo,
il refettorio di piazza Greco, che mostra "la capacità di coniugare la
povertà con la bellezza, nel solco della grande tradizione di Milano, dove i
maggiori contributori alla costruzione del Duomo sono stati i poveri e le
prostitute". Per questa struttura, di "una bellezza sobria, semplice senza
orpelli", per Scola "la gratuita' si unisce all'intelligenza, per produrre
genialità".