Giovani e giovanissimi. Si riuniscono il venerdì e il sabato sera nei parchi pubblici o nei parcheggi delle città spagnole, da Siviglia a Granada, passando per Madrid. Lo chiamano "botellon" e si potrebbe tradurre come bevuta alcolica collettiva: un fenomeno allarmante, di cui si parla da anni. Le ordinanze municipali e le leggi regionali per frenare queste riunioni a base di alcol non sempre danno risultati concreti. In un parcheggio di Ciudad Real, pochi giorni fa, un gigantesco "botellon" ha riunito 7.000 ragazzi. E con la crisi economica il problema rischia di peggiorare: la depressione giovanile, la mancanza di sbocchi professionali, l’aumento del tasso di disoccupazione e l’impossibilità di accedere ai locali notturni (troppo cari), rischiano di alimentare serate vuote, da riempire con vodka e rum. La Chiesa spagnola, però, cerca di offrire alternative: una "movida" giovanile senza alcol e senza droghe. Secondo il portale
Religion en libertad, da qualche anno la scuola salesiana del quartiere di Triana - nel cuore di Siviglia, in Andalusia - attrae centinaia di giovani ogni venerdì sera. Il menù è semplice: sport, videogiochi, convivenza, divertimento sano. La ricetta evidentemente funziona, visto che vi partecipano fino a 500 ragazzi. Altri esempi di fine settimana in controtendenza rispetto alla povertà del "botellon" arrivano da Madrid, Castiglia e Leon e Castiglia La Mancha, dove i salesiani aiutano i giovani a stare alla larga dall’alcol con spettacoli teatrali, musica rap, danza ed escursioni. Fra le varie alternative ci sono anche i club giovanili dell’Opus Dei - in tutto il Paese iberico - rivolti ad adolescenti e ragazzi più grandi: l’offerta è soprattutto culturale e va dalle esposizioni ai cineforum. Al di là delle leggi e dei regolamenti cittadini, il "botellon" è una delle prove più eclatanti del vuoto che vive la fascia di età dai 15 ai 25. Ma senza generalizzare. Migliaia di ragazzi, il week-end, si rimboccano le maniche per dedicarsi agli altri. Gli esempi si moltiplicano. Da quelli più noti come i giovani di Comunione e liberazione, che da anni trascorrono il venerdì sera con il programma
Bocatas ("bocconi") distribuendo pasti e conversazioni nelle zone più emarginate di Madrid (frequentate da tossicodipendenti); al gruppo dei
Ragazzi di San José di Barcellona, che lo scorso anno decisero di non uscire il sabato per risparmiare e utilizzare il denaro a favore degli homeless della città catalana.Anche le zone più caotiche della notte madrilena - come Malasaña - possono trasformarsi in tasselli cruciali del puzzle della nuova evangelizzazione. Accade il secondo sabato di ogni mese nella parrocchia di Sant’Ildefonso, che apre le sue porte di notte per invitare fedeli e passanti (soprattutto giovani, dato che il quartiere è pieno di locali e bar) ad entrare e pregare di fronte al Santissimo esposto. I ragazzi che camminano per le viuzze di Malasaña - racconta il settimanale dell’arcidiocesi di Madrid
Alfa y Omega - vengono sorpresi dai coetanei che li aspettano di fronte alla chiesa: «Buona serata, benvenuti». Lo scorso anno Madrid è stata "travolta" da quasi due milioni di giovani pellegrini per la Giornata mondiale della gioventù. I frutti della Gmg continuano a germogliare. Dal 1 al 4 novembre a Valencia verrà celebrato il I Congresso nazionale di pastorale giovanile, mentre il 30 settembre nella capitale parte la
Missione Madrid. Lontano dal "botellon", i ragazzi tornano protagonisti.