Chiesa

I gesti. Sinodo, ecco come funzionerà. Il primo passo? L'ascolto delle vittime di abusi

Gianni Cardinale lunedì 16 settembre 2024

In Aula Paolo VI papa Francesco assieme ai partecipanti alla prima sessione della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi tenutasi un anno fa, nell'ottobre 2023

Anche la seconda sessione del Sinodo dei vescovi, esattamente come la prima, sarà preceduta da due giorni di ritiro spirituale. E in più rispetto allo scorso anno ci sarà una veglia penitenziale, aperta ai giovani, che comincerà con tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato degli abusi, il peccato della guerra, il peccato dell’indifferenza di fronte al dramma presente nel fenomeno crescente di tutte le migrazioni. Lo ha annunciato ieri il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento. A questa seconda sessione, in programma dal 2 al 27 ottobre in Vaticano, ci saranno anche due vescovi cinesi. «L’elenco dei partecipanti alla seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi non presenta grandi cambiamenti rispetto all’elenco dei partecipanti alla prima sessione», ha specificato il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale. In tutto i membri sono 368 di cui 272 investiti dal munus episcopale e 96 non vescovi, cui vanno aggiunti gli 8 invitati speciali – tra cui, come nella prima sessione, anche Luca Casarini, tra i fondatori di Mediterranea Saving Humans – e i delegati fraterni, che da 12 sono passati a essere 16 (ci saranno in più anche un rappresentante della Chiesa siro-ortodossa e e uno della Federazione luterana mondiale, ma continuerà a mancare quella del Patriarcato di Mosca). «Papa Francesco ha consentito di aumentare il loro numero visto il grande interesse che le Chiese sorelle hanno testimoniato nei confronti di questo cammino sinodale», ha spiegato Hollerich, «si vede che il Sinodo ha un impatto ecumenico».

Dal 30 settembre al 1° ottobre a guidare il ritiro dei partecipanti al Sinodo saranno, come un anno fa, padre Timothy Radcliffe e madre Ignazia Angelini, che poi continueranno ad animare la preghiera durante le giornate del Sinodo, insieme a padre Matteo Ferrari, responsabile delle liturgie, e ai monaci di Camaldoli. La veglia penitenziale che concluderà la due-giorni di ritiro sarà presieduta dal Papa la sera del 1° ottobre nella Basilica di San Pietro. «L’evento, organizzato congiuntamente dalla Segreteria generale del Sinodo e dalla diocesi di Roma in collaborazione con l’Unione dei superiori generali e con l’Unione internazionale delle superiore generali, sarà aperto alla partecipazione di tutti, in particolare dei giovani, i quali sempre ci ricordano quanto l’annuncio del Vangelo debba essere accompagnato da una testimonianza credibile, che loro per primi desiderano offrire al mondo insieme a noi», ha spiegato Grech. «Non si tratterà – ha chiarito il porporato maltese – di denunciare il peccato degli altri, ma di riconoscersi parte di quanti, per azione o almeno per omissione, diventano causa della sofferenza patita da innocenti e indifesi». Oltre a quello degli abusi, in particolare verranno confessati i peccati contro la pace, contro il creato, le popolazioni indigene e i migranti, contro le donne, la famiglia, i giovani, il peccato «della dottrina usata come pietra da scagliare contro», quello contro la povertà e quello «contro la sinodalità/mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti». Al termine di questa confessione dei peccati, papa Francesco «rivolgerà, a nome di tutti i cristiani, una richiesta di perdono a Dio e alle sorelle e fratelli di tutta l’umanità». A Sinodo iniziato, la sera del’11 ottobre si ripeterà poi l’esperienza di una preghiera ecumenica, insieme al Papa, ai Delegati fraterni presenti nell’Aula sinodale e a vari altri rappresentanti di Chiese e comunità ecclesiali presenti a Roma, in collaborazione con i fratelli della Comunità di Taizé. Il luogo scelto è piazza dei Protomartiri, luogo dove, secondo una tradizione immemorabile, avvenne il martirio dell’apostolo Pietro. La data è stata scelta per ricordare l’11 ottobre di 62 anni fa, quando si aprì solennemente il Concilio Vaticano II, «che ha inaugurato per la Chiesa Cattolica – ha sottolineato Grech – una nuova stagione ecumenica, di cui il Sinodo in corso è espressione e testimonianza, nel fattivo desiderio di aiutare tutta la Chiesa ad avanzare sulla via della piena unità».
Rispetto alla prima sessione dei lavori, ci sono stati 26 cambi nell’elenco dei partecipanti. «Alcuni non saranno presenti per motivi di salute, altri hanno deciso di non ritornare, ma non c’è stato nessun caso in cui il Papa abbia escluso qualcuno, sono state tutte decisioni prese dagli individui», ha precisato Grech. I vescovi della Cei partecipanti saranno gli stessi dello scorso anno: Roberto Repole, Franco Giulio Brambilla, Bruno Forte, Domenico Battaglia, Mario Delpini (eletti) e poi Erio Castellucci e Antonello Mura (nominati dal Papa). Il cardinale presidente Matteo Zuppi parteciperà in quanto membro del Consiglio ordinario.
Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione e presidente della Commissione per l’Informazione del Sinodo dei vescovi, ha ribadito che anche nella prossima sessione permane l’obbligo della riservatezza.
Nel pomeriggio del 9 e del 16 ottobre si svolgeranno quattro “forum teologico-pastorali” – aperti al pubblico – dove saranno presentati, da diverse prospettive, alcuni aspetti di quattro temi rilevanti per il percorso dell’Assemblea. Mentre il 21 ottobre è in programma una nuova giornata di ritiro spirituale, in vista del discernimento sulla bozza del documento finale. Padre Giacomo Costa, segretario speciale del Sinodo, ha spiegato che i lavori sinodali saranno suddivisi in cinque moduli, ciascuno dei quali prevede sessioni in assemblea plenaria (congregazioni generali) e nei gruppi di lavoro, che si alterneranno. Ognuno dei primi quattro moduli avrà un focus tematico specifico, costituito da una sezione dell’Instrumentum Laboris, mentre il modulo conclusivo sarà dedicato alla discussione e approvazione del documento finale da sottoporre all’attenzione del Papa, «a cui spetta decidere le modalità con cui rilanciarlo alla Chiesa intera». «In ogni modulo, il lavoro dei gruppi sarà strutturato ispirandosi al metodo della conversazione nello Spirito, già utilizzato nella prima sessione», ha spiegato Costa, precisando che in ogni gruppo di lavoro sarà presente un esperto facilitatore.