Loppiano. Cattolici e musulmani in dialogo per la cura del Creato
Il vescovo Russo pianta un albero a ricordo dell'incontro di Loppiano
Cristiani e musulmani insieme a dialogare su «ambiente e cura del Creato». Succede a Loppiano, la cittadella del Movimento dei Focolari nel cuore della Toscana dove il confronto con le altre religioni è di casa. L’occasione è l’Incontro nazionale islamo-cattolico organizzato dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della Cei, insieme ai leader delle principali Comunità islamiche presenti nella Penisola.
L’evento fa parte di un progetto quinquennale che ha l’obiettivo di declinare alcuni punti dello storico Documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana, scritto e firmato da papa Francesco e dal grande Imam di Al-Azhar Ahmad al-Tayyib. Avviato nel 2019 con lo storico incontro tra gli operatori pastorali per il dialogo interreligioso della Chiesa cattolica e i leader delle Comunità islamiche presso la Moschea di Roma, il cammino di confronto e dialogo è proseguito sul territorio, a livello culturale, formativo e religioso. L’obiettivo è proporre il volto di una Chiesa dialogica, nel solco tracciato da Paolo VI con l’enciclica Ecclesiam Suam, in modo, spiega il direttore dell’Unedi don Giuliano Savina, che «il dialogo sia non solo per gli addetti ai lavori ma per tutta la comunità cristiana».
Ad aprire i lavori ci sono il vescovo Stefano Russo, segretario generale della Cei, Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia (Cici), e un delegato di Yassine Baradai, segretario nazionale dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii). «La vostra presenza – dice il presule – incoraggia e permette ai passi, che stiamo compiendo, di avere futuro e speranza». «Il titolo di questo incontro – aggiunge – richiama i passi significativi che stiamo compiendo». Passi che «permettono di approfondire le relazioni creando le condizioni per aprire le porte della fiducia, attraverso un processo di coerenza che passa per la mutua conoscenza delle nostre tradizioni religiose». L’auspicio è che si possano generare anche nel territorio italiano «dinamiche inedite» di dialogo, incontro e ascolto, «di regione in regione», perché «è questa la sfida che ci viene affidata ». Monsignor Russo anticipa che la giornata terminerà con indicazioni concrete «di buone pratiche», frutto dei laboratori, che «insieme possiamo incoraggiare e promuovere». «È questo un vero e proprio esercizio di fratellanza umana – conclude – che fa bene alle nostre reciproche relazioni e all’Italia intera».
Due le relazioni offerte agli oltre 100 partecipanti e ai tanti collegati via Fb e Youtube. Martino Diez, docente all’Università Cattolica e direttore scientifico della Fondazione Internazionale Oasis, spiega che «prospettiva biblica e coranica » si «incontrano» in una «visione antropologica» in cui l’uomo è considerato 'custode del creato' (Genesi) e 'luogotenente del creatore' (Corano) venendo quindi contestato l’utilizzo della tecnica «per soddisfare la volontà di potenza». Infatti «in ultima analisi la crisi ecologica non è una semplice questione di cattiva gestione delle risorse, ma di una volontà che perde il senso della misura in una ricerca esasperata della propria auto-affermazione». E in questo quadro «la dottrina della creazione» comune nei testi sacri islamo-cristiani diventa «il vero argine allo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente» soprattutto perché «riporta l’uomo alle sue giuste proporzioni». E cioè: «non creatore, ma custode». All’analisi proposta da Diez fa eco Shahrzad Houshmand Zadeh. La teologa musulmana, in collegamento da Teheran, ribadisce che «il Dio creatore, vivo, potente, onnisciente, il misericordioso» nomina l’uomo 'califfo', 'luogotenente', cioè suo «successore e custode della vita sul pianeta Terra ». E che «custodire» è «la parola chiave di tutto».
Seguono i lavori distribuiti in 14 laboratori tematici, coordinati ciascuno da due moderatori con il compito di favorire il dialogo e la mutua conoscenza. Si parla di famiglia, di giovani, di lavoro, di luoghi di culto, di stili di vita, di sviluppo sostenibile. Una sintonia particolare si registra nell’affrontare alcuni temi etici, come la questione dell’eutanasia. Dopo l’agape fraterna la presentazione delle sintesi dei contributi emersi e delle buone pratiche da sostenere nei territori. La giornata si chiude con un gesto simbolico. La piantumazione di un albero di melograno. Un albero particolarmente significativo per le tre religioni abramitiche. Partecipa anche Mario Meini, vescovo di Fiesole, nel cui territorio si trova Loppiano. Infine monsignor Russo annuncia che il prossimo Incontro islamo-cristiano organizzato dall’Unedi avrà come tema la cittadinanza e che con ogni probabilità si terrà a Lampedusa, luogo «molto significativo per tutto quello che rappresenta».