Chiesa

Lunedì dello spirito. Per essere liberi bisogna uscire da sé stessi

Riccardo Maccioni lunedì 19 agosto 2024

Se affrontato in due un cammino in salita sembra meno faticoso

L’estate può essere l'occasione per visitare luoghi sconosciuti e lontani, che desideravamo tanto conoscere. Esiste però un viaggio che non richiede bagagli né l’acquisto di biglietti aerei ma che, malgrado questo, è il più pesante e costoso che ci sia. Si tratta dell’impegno a uscire da sé stessi per aprirsi agli altri. Perché non c’è niente di più difficile che combattere il proprio narcisismo, che rinunciare a considerare il nostro io come metro di giudizio del mondo. E questo malgrado il Vangelo esalti gli ultimi, i piccoli, i bisognosi e metta invece in guardia i prepotenti, i superbi, gli ingrati. In questo suo scritto spirituale, l’arcivescovo brasiliano Helder Camara (1909-1999), padre conciliare al Vaticano II, sottolinea l’importanza del viaggio di liberazione dalle prigioni del nostro egoismo e ragiona su come viverlo.

«Partire è anzitutto uscire da sé. Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro "io". Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita. Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l'importanza di questo nostro mondo l'umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche. Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
È possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni. Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.
Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l'arrivo, lo sbarco. Ma c'è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano».