Il vescovo. «In diocesi di Cefalù una chiesa dedicata a Livatino e Puglisi»
Cefalù. La nuova chiesa sorgerà a Campofelice di Roccella su un bene confiscato alla mafia
«La maggiore coscientizzazione della necessità di lottare contro la criminalità organizzata. È in crescita nei ragazzi e nei giovani. C’è più sensibilità, maggiore attenzione al contrasto verso la cultura mafiosa. Pezzi dello Stato hanno il merito di averla fronteggiata. Ma dobbiamo andare più a fondo». Lo dice il vescovo di Cefalù, monsignor Giuseppe Marciante, in una intervista rilasciata al sito della diocesi. «Da alcune analisi risulta che i ragazzi sentono parlare della lotta alla mafia più a scuola che in famiglia. Il 64% a scuola e solo il 12% in famiglia – rileva -. Appare chiaro, come il processo educativo di contrasto alla mafia debba crescere ancora di più tra le mura domestiche».
Nell’intervista raccolta da don Franco Mogavero, responsabile del Servizio pastorale Comunicazioni sociali della diocesi, il presule ricorda che «un altro germoglio ci è dato dalla nuova chiesa che dovrebbe sorgere a Campofelice di Roccella su un bene confiscato alla mafia». Su di essa le prospettive pastorali del vescovo sono ben delineate: «Non si tratta solo di fare nascere un complesso pastorale. C’è da costruire una cultura. Potrebbe essere un segno. Noi mettiamo davanti alle nuove generazioni due modelli straordinari, un sacerdote Pino Puglisi e il giudice Rosario Livatino. La chiesa sarà dedicata a loro. Sarà un centro di educazione alla legalità».