Recensione. Il testamento spirituale di padre Sorge, gesuita felice
Un incontro tra papa Francesco e Bartolomeo Sorge. Al centro Adolfo Nicolás Pachon, ex superiore generale della Compagnia di Gesù
Un sacerdote contento di esserlo per sempre fino alla sua morte, avvenuta il 2 novembre di un anno fa, e che ha vissuto la sua vocazione come una scelta ma anche come un segno particolare di predilezione della Madonna da lui venerata nell’icona cinquecentesca Mater Divinae Gratiae che gli indicò, allora giovane 17enne, la strada a farsi gesuita e non come avrebbe preferito carmelitano scalzo o francescano. In questo ritratto così sintetico ma anche sapido si scopre uno dei tratti più salienti e meno battuti della complessa biografia di padre Bartolomeo Sorge (1929-2021).
È un libro uscito recentemente postumo per l’Edizioni Terra Santa (Ets) dal titolo evocativo Un gesuita felice. Testamento spirituale (pagine 192, euro 15; in versione ebook euro 9,99) scritto e pensato dallo stesso Sorge con la collaborazione della sua discepola e figlia spirituale, la monaca benedettina Maria Concetta De Magistris racconta proprio di questo.
Il libro aggiornato nella sua veste grafica e con una documentazione nuova e inedita - rivista e pensata dallo stesso autore prima della sua scomparsa a 91 anni nel novembre del 2020 - è scritto sulla falsariga di un saggio, realizzato proprio da Sorge, per la piccola casa editrice di Aosta LeChâteau per celebrare i suoi 90 anni di esistenza I sogni e i segni di un cammino. Il volume qui proposto da Ets incarna e suggella veramente il «diario dell’anima» del religioso ignaziano nato per uno strano disegno del destino all’Isola d’Elba ma di origini veneto-siciliane: si racconta della sua vocazione, della sua gioia per aver celebrato, quasi ogni giorno, l’Eucaristia ma si narra soprattutto come evidenzia la De Magistris il temperamento di un «gesuita veramente felice» e lucido e autoironico fino alla fine. Tra i pregi di questa pubblicazione vi è quella di raccogliere alcuni aspetti inediti di Sorge su come visse, per esempio, l’epidemia del Covid-19 , la sua serenità con cui trascorse gli ultimi giorni della sua lunga esistenza all’Aloisianum di Gallarate da “segregato” in regime di lock-down ( lo stesso luogo che fu anche l’ultima sala di aspetto del cardinale Carlo Maria Martini, una «vera pista di lancio verso il cielo» secondo una felice definizione di Sorge) o ancora la sua attenzione per i social: era abilissimo nell’uso delle nuove tecnologie come twitter, skype e whatsapp. Dentro queste dense pagine affiora quasi inaspettatamente anche il legame di affetto intercorso dal sacerdote e politologo con un gesuita redattore di Aggiornamenti Sociali Giuseppe Riggio a cui diede importanti consigli spirituali attorno alla sua formazione gesuitica.
Il saggio custodisce, oltre alla prefazione scritta dal teologo Massimo Naro che definisce l’autore di questo bel libro come un «gesuita profeta e dei tempi nuovi», la dedica singolare «A mio padre». Sembra questo gesto quasi un lascito testamentario di gratitudine di Sorge (la testimonianza è raccontata nel libro attraverso il ricordo di padre Antonio Messineo) verso il suo papà che, per un strano disegno del destino, fu novizio gesuita in Sicilia prima della sua partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.
Le istantanee di questo libro riportano il lettore a tutte le tappe del Novecento di Sorge giornalista e polemista ma anche esorcista (a nominarlo per la diocesi di Roma fu l’allora cardinale vicario Ugo Poletti). Non si dimentica di accennare ai grandi ruoli del Sorge “uomo pubblico” e “sacerdote politico” dentro la Compagnia di Gesù in Italia: direttore de La Civiltà Cattolica (1973-1985), guida carismatica dell’Istituto di formazione politica Pedro Arrupe a Palermo (1985-1996) e poi ancora a Milano a dirigere importanti riviste come Aggiornamenti Sociali (1997-2009) e Popoli (1999-2005).
Ma soprattutto questo volume ci regala una profonda verità che padre Sorge come un antico profeta dell’Antico Testamento, a più di 90 anni, non ha smesso di sognare fino all’ultimo dei suoi giorni terreni.
La copertina - .