Le scuole paritarie non devono pagare l’Imu. A fornire una parola chiara è lo stesso ministro dell’Economia e finanze Pier Carlo Padoan rispondendo ieri pomeriggio durante il
question time alla Camera dei Deputati a un’interrogazione presentata dal gruppo di Alleanza Popolare, primo firmatario il capogruppo Maurizio Lupi, e illustrata dall’onorevole Paola Binetti. In sostanza, spiega il ministro, per l’esenzione da questa tassa valgono le regole fissate dal «decreto-legge n. 1 del 2012, articolo n. 91-bis, al quale è stata data attuazione con il regolamento approvato con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze n. 200 del 2012» (si tratta del governo presieduto dal senatore Mario Monti,
ndr). Norme, avverte ancora Padoan, che la Commissione europea «ha giudicato conforme alle norme, non costituendo un aiuto di Stato». Quindi, «non è necessario un intervento di modifica della normativa attualmente in vigore». Allo stesso tempo, il titolare dell’Economia, ha sottolineato che le sentenze della Cassazione riguardano un contenzioso relativo al pagamento dell’Ici, tassa sostituita dall’Imu, per gli anni 2004/2009, e di non aver toccato la questione dell’Imu secondo le norme successivamente approvate. Dunque, il caso resta legato a un contenzioso pregresso su un’imposta oggi non più esistente in quella forma. Più che soddisfatto il presidente del gruppo parlamentare Ap alla Camera, Maurizio Lupi. «È chiaro che le norme in vigore hanno fissato con chiarezza i parametri per stabilire quando una scuola non statale deve pagare l’Imu – commenta dopo la risposta del ministro –. La speranza è che la comunicazione di Padoan venga ora inviata a tutte le amministrazioni locali affinché non ci si trovi, magari nel prossimo mese di novembre (quando si dovrà pagare il saldo dell’imposta,
ndr) ad assistere a nuove polemiche per atti amministrativi che non devono essere compiuti». Insomma se «in Parlamento si è fatta chiarezza sull’intera vicenda – sottolinea Lupi – ora spetta darne comunicazione agli Enti locali, visto che ancora una volta si è ribadito che le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico». Piena soddisfazione espressa anche dal sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi per la risposta del ministro Padoan: «Per le scuole paritarie non si paga l’Imu se si è all’interno di un percorso controllato e verificato paritario e se l’importo delle rette è minore a quanto lo Stato paga per la frequenza annuale in scuole statali». Il
question time è stato anche l’occasione per ribadire in modo chiaro la posizione del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sulla questione del gender nell’ambito della riforma sulla buona scuola. «L’impegno culturale del ministero nel mondo della scuola per l’attuazione dei principi di pari opportunità, di lotta alla discriminazione e di prevenzione della violenza di genere, che sono strumenti fondamentali in una società complessa e multiforme per formare giovani e adulti responsabili – ha ribadito il ministro rispondendo a un’interrogazione della Lega Nord, che riproponeva i timori per la formulazione del comma 16 della riforma scolastica targata Renzi-Giannini (legge 107/2015,
ndr) – non hanno nulla a che fare con la teoria gender che in qualche organo di stampa e in qualche dibattito è stata - diciamo - inserita, ma impropriamente, parlando di questi argomenti».