11 luglio. Si celebra San Benedetto: ecco perché è diventato patrono d'Europa
San Benedetto da Norcia mentre parla con i suoi monaci. Dettaglio da "Storie di San Benedetto" affresco del XIV secolo di Spinello Aretino. Firenze, Basilica di San Miniato al Monte
Di lavoro e preghiera ha bisogno l’Europa per tornare a riscoprirsi unita e guardare al futuro con speranza. Lavoro e preghiera, d’altra parte, stanno nei cromosomi del Vecchio Continente, che annovera tra i suoi patroni un “gigante del Vangelo” come san Benedetto da Norcia. Nato attorno al 480 a Norcia, dopo un periodo di romitaggio presso il Sacro Speco di Subiaco, decise di passare alla forma cenobitica prima a Subiaco, poi a Montecassino. La sua Regola è una mirabile sintesi della spiritualità orientale e dell’operosità occidentale: il suo “ora et labora” è un monumento al Vangelo incarnato che “dissoda” i terreni della storia e dà forma alla società nel segno della carità. La sua eredità sono i numerosi monasteri sorti sulla scia del suo carisma e sparsi poi in tutto il mondo. Morì a Montecassino attorno al 547.
Nel 1964 Paolo Vi lo scelse come patrono principale dell'intera Europa (a lui si aggiunsero tra il 1980 e il 1999 altri cinque santi: Brigida di Svezia, Caterina di Siena, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta della Croce). La proclamazione avvenne esattamente il 24 ottobre 1964, giorno in cui papa Montini riconsacrò la chiesa abbaziale di Montecassino, distrutta 20 anni prima, nel 1944, durante la seconda Guerra mondiale.
Nella lettera apostolica "Pacis nuntius" il Papa, spigando le motivazioni della scelta di san Benedetto a patrono d'Europa, ricordava che "egli insegnò all'umanità il primato del culto divino per mezzo dell'«opus Dei», ossia della preghiera liturgica e rituale. Fu così che egli cementò quell'unità spirituale in Europa in forza della quale popoli divisi sul piano linguistico, etnico e culturale avvertirono di costituire l'unico popolo di Dio".