Al servizio degli ultimi. Il «sogno africano» di madre Speranza
L’impegno missionario delle Ancelle dell’amore misericordioso.
Voleva portare l’amore misericordioso in ogni terra. E ora il sogno di Madre Speranza di Gesù, la mistica spagnola beatificata nel 2014 che fece realizzare il santuario di Collevalenza oggi meta di migliaia di pellegrini, sta per diventare realtà. In primavera infatti le Ancelle dell’Amore misericordioso, la Congregazione da lei fondata (insieme al ramo maschile dei Figli dell’Amore misericordioso) avvierà la prima comunità in Africa, dove la famiglia religiosa non era ancora presente. «Madre Speranza desiderava che tutti gli uomini avessero la grazia di conoscere Dio come un padre buono. E noi, che siamo i suoi umili figli, questo sogno lo portiamo dentro di noi, nonostante la carenza di vocazioni, con la certezza che la Chiesa ci accompagna e ci precede e che l’Amore misericordioso farà cose grandi», sottolinea la superiora generale, suor Speranza Montecchiani, che per molti anni ha vissuto con la beata. «Le sue parole, il suo esempio – dice – sono vivi».
Così, in Zambia, a Luanshya, nella diocesi di Ndola, «porteremo quello che abbiamo ricevuto dalla nostra fondatrice, cioè l’amore per i poveri e i bisognosi, da cui lei è stata attratta fin dall’inizio della sua vocazione, e il servizio concreto attraverso l’accoglienza, il rispetto e la promozione umana». Nel Villaggio Malaika, dove c’è «grande miseria, ma sono grandi anche le attese e la speranza del popolo», le eredi della mistica spagnola affiancheranno medici, infermieri, professionisti e volontari di 'Noi per Zambia', una onlus che, racconta suor Speranza, «da anni spende tempo e risorse per promuovere le persone e la loro dignità».
Grazie all’impegno di questa associazione infatti sono stati realizzati un poliambulatorio e un piccolo ospedale con la sala operatoria, la scuola sia dell’infanzia che primaria, un istituto professionale, un centro nutrizionale dove avviene la distribuzione del cibo ai più poveri e una casa di accoglienza. In queste strutture, «che ci sono e funzionano», andranno ad operare tre Ancelle dell’Amore misericordioso: una originaria del Congo che è stata direttrice di una scuola dell’infanzia, una proveniente dall’India che è infermiera e una brasiliana che ha trascorso molto tempo nelle favelas. «In collaborazione con la Onlus e con la sua fondatrice, Maria Pia Ruggeri, che ha lasciato tutto e vive ormai stabilmente in Zambia, le nostre suore – afferma la religiosa – lavoreranno per accogliere i poveri e per offrire loro i servizi di cui necessitano, oltre che occuparsi anche della formazione dei più piccoli».
«Ci sentiamo chiamate. La Chiesa locale e il vescovo, che abbiamo incontrato, ci aspettano. Andiamo per fede, solo per amore di questi poveri. Le nostre risorse sono limitate, ma abbiamo fiducia. Con noi c’è Madre Speranza e tutta la famiglia religiosa», confida la superiora generale che, sommessamente, aggiunge: «ho mille speranze di poter coinvolgere laici sensibili e poter realizzare tanti altri progetti». Per essere, come chiedeva la beata Speranza, «il conforto degli afflitti e le madri dei poveri», capaci di diffondere «il regno di Dio più con le opere e gli esempi che con le parole». E perché si possa «innalzare in ogni luogo e in ogni tempo la bandiera con il motto 'Tutto per Amore': cioè nulla per denaro, onore o interesse alcuno».