Il decreto. Fatima, diventa venerabile suor Lucia. Riconosciute le virtù eroiche
Suor Lucia con Giovanni Paolo II
Il suo nome per la gran parte dell’opinione pubblica è legato al terzo segreto di Fatima, messaggi che la Madonna affidò a tre pastorelli portoghesi nel 2017. Adesso il decreto sulle virtù eroiche, promulgato oggi con il consenso di papa Francesco, facendola diventare venerabile, restituisce suor Lucia dos Santos alla sua dimensione più vera: una cristiana che ha testimoniato con la propria vita la fedeltà al Vangelo. Certo una cristiana che è stata testimone di un evento eccezionale, come l’apparizione della Vergine il 13 maggio 1917 a Cova da Iria (ne seguiranno altre cinque, fino ad ottobre) quando aveva 10 anni, mentre si trovava in compagnia di suoi due cuginetti: Giacinta e Francesco Marto (rispettivamente di 7 e 9 anni).
Con suor Lucia dos Santos, diventano venerabili anche altri quattro servi di Dio, di cui due sono italiani: don Antonio Pagani, dell'ordine dei frati minori, fondatore della Società delle Suore Dimesse figlie di Maria Immacolata, e Anna Cantalupo della Società delle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli. Riconosciuto anche il martirio di venti vittime della Guerra civile di Spagna nel 1936: sacerdoti, seminaristi, laici e laiche che diventeranno beati.
Il terzo segreto, rivelato nel 2000
Delle apparizioni di Fatima molto è stato scritto molto e tutto è noto, così come i tre messaggi che la Vergine affidò ai tre pastorelli portoghesi. In particolare l’attenzione si è sempre concentrata sul terzo, scritto da suor Lucia in una lettera consegnata nel 1944 al vescovo di Leira, il cui contenuto e non sarebbe stato possibile rendere noto prima del 1960, ma che restò segreto - su decisione dei Pontefici che si sono succeduti da quella data - fino al 2000, quando Giovanni Paolo II proprio a Fatima in occasione della beatificazione di Giacinta e Francesco Marto, i due veggenti morti ancora bambini, decise di renderlo pubblico e dandone anche una spiegazione. Rito al quale era presente anche suor Lucia, allora 93enne, la quale confermò anche l’interpretazione data del terzo segreto, ravvisando nel racconto, l’attentato che Giovanni Paolo II subì proprio il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro.
La voglia di una vita religiosa normale
Ma Lucia dos Santos, nata ad Aljustrel il 28 marzo 1907, non è stata soltanto una veggente a cui apparve la Madonna. Dopo quello che accade nel 1917, rimase a Fatima fino al 1921 (nel frattempo Francesco era morto nel 1919 e Giacinta l’anno dopo), per entrare nel Collegio di Vilar a Porto presso le Suore Dorotee in incognito. Nel 1925 diventa postulante della stessa congregazione religiosa, emettendo i voti temporanei il 3 ottobre 1928 e quelli perpetui il 3 ottobre 1934. Ovviamente anche nella sua vita religiosa, le vicende di Fatima continuarono a seguirla. Nel periodo tra il 1935 e il 1941, per ordine del vescovo di Leira José Alves Correia da Silva, scrisse quattro documenti, intitolati “Memorie”, in cui descrisse gli eventi delle Apparizioni, sperimentate e accolte in compagnia di Francesco e Giacinta. Tra questi testi anche quello denominato «terzo segreto».
Incontrò Paolo VI e Giovanni Paolo II
Per vivere più intensamente la propria vocazione è la stessa suor Lucia (che aveva cambiato il proprio nome in suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato), a scegliere l’ordine delle carmelitane e chiedere di entrare nel Carmelo di Coimbra nel 1948. Qui ha trascorso tutto il resto della sua vita secondo i ritmi monastici scanditi dalla preghiera e dal lavoro. Carmelo che è stato meta di diversi esponenti della Chiesa per incontrare suor Lucia (tra cui l’allora patriarca di Venezia Albino Luciani, futuro Giovanni Paolo I). Incontrò a Fatima anche Paolo VI (nel 1967) e Giovanni Paolo II in ben tre occasioni (1982, 1991 e 2000). «Visse eroicamente la virtù della fede sia nella modalità con cui affrontò il procedimento ecclesiastico e civile relativo alle apparizioni, sia cercando di compiere in tutto la volontà di Dio e di aiutare gli altri a crescere nella fiducia in Lui - si legge sul sito del Dicastero delle cause dei santi -. La sua lunga vita fu segnata dall’eroica speranza e dal profondo desiderio di “andare in Cielo”». Muore il 13 febbraio 2005, poche settimane prima di Giovanni Paolo II, con il quale strinse un rapporto speciale e intenso. Sempre sotto lo sguardo della Madonna a cui entrambi sono stati devoti.