La festa. Il privilegio di Maria Maddalena, la prima a cui Gesù risorto appare
Maria Maddalena. Noli me tangere, opera di Benvenuto Tisi da Garofalo conservata nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Il massiccio della Saint-Baume, con i suoi mille metri di altezza, nel dipartimento del Var, in Provenza. È lì che palpita il ricordo di santa Maria Maddalena, nella grotta dove secondo la tradizione la seguace di Cristo trascorse gli ultimi anni terreni, dopo essere fuggita allo scoppio della persecuzione dei cristiani, approdando in una delle più floride terre dell’Impero romano di allora. Un santuario incastonato nella roccia, all’interno del quale sono custodite alcune reliquie, un osso e una ciocca di capelli, e una comunità di frati domenicani ne tengono vivo il culto. Così come accade nella grande Basilica gotica di Saint-Maximin ad alcuni chilometri di distanza, dove della Maddalena è conservato il teschio.
In questi luoghi lunedì sarà un giorno di festa speciale. Nel giugno 2016 il Papa ha infatti elevato al grado liturgico di “festa” quella che prima era solo “memoria” di Maria di Magdala, che cade il 22 luglio appunto. Era già tuttavia una memoria particolare, come ci ricorda il domenicano Giorgio Maria Carbone: «La liturgia delle ore già prescriveva i Salmi della domenica prima settimana, tipico delle feste, era inoltre una memoria obbligatoria e in più nelle letture della Messa c’erano le letture proprie. La festa c’era già quindi nella sostanza».
“Apostola degli apostoli” viene definita la Maddalena nella liturgia. Un appellativo audace, usato per la prima volta nel suo trattato sul Cantico dei Cantici da sant’Ippolito Romano (170-235), primo antipapa della storia, che in ultimo si riconciliò con il Papa legittimo Ponziano, insieme al quale subì l’esilio in Sardegna e il martirio.
Dopo Ippolito fu ripreso da san Gregorio Magno (540-604), dall’abate di Fulda Rabano Mauro (780-856) e da san Tommaso d’Aquino. San Tommaso non per caso. I domenicani hanno avuto fin dagli inizi della loro storia un rapporto preferenziale con questa figura del Vangelo: furono a loro a diffonderne la devozione nel Medio Evo fino ad assumere la Maddalena tra i patroni dell’Ordine.
Padre Carbone, docente di Teologia morale e Bioetica alla Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, che ha firmato anni fa il libro Maria Maddalena, dal Codice da Vinci ai Vangeli (ESD, pagine 176), spiega questa predilezione dei domenicani partendo dal brano evangelico in Giovanni 20: «Da lì sappiamo che la Maddalena è la prima a cui Gesù risorto appare, un primato assoluto, un privilegio altissimo. Quando lei riconosce il maestro, dopo il pianto, si sente dire: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre, ma va’ dai miei fratelli e dì loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Queste parole contengono tre novità. La prima: Gesù lega la verità della sua risurrezione alla testimonianza di una donna, quando sappiamo che nel diritto ebraico tale testimonianza valeva zero. La seconda: prima di questo incontro Gesù aveva chiamato i dodici “discepoli”, mai “fratelli” Da quel momento noi siamo diventati fratelli, in virtù cioè della passione morte e risurrezione di Gesù. La terza: Gesù dà alla Maddalena il mandato di annunciare la sua risurrezione, l’essenza della nostra fede, mandato che i domenicani hanno sentito particolarmente proprio, con la predicazione».
Lungo la storia Maria di Magdala è stata identificata con diversi personaggi femminili del Vangelo, dall’adultera perdonata e salvata dalla lapidazione a Maria di Betania sorella di Marta e Lazzaro. Spiega padre Carbone: «Il brano di Luca 8 dice che Gesù aveva liberato Maria di Magdala da sette demoni, che può significare o una possessione diabolica particolarmente grave o un peccato notorio, pubblico grave o entrambe le cose insieme. In considerazione di questo alcuni hanno identificata con l’adultera perdonata di Giovanni 8, ma non ci sono altri indizi a supporto di questa teoria. L’idea che Maria di Magdala fosse invece Maria di Betania può avere una sua plausibilità, nel senso che Betania e Magdala non sono per forza confliggenti. Può essere che il luogo originario della famiglia fosse Betania, ma che Maria vivesse e si guadagnasse da vivere a Magdala, centro di pesca e ritornasse di tanto in tanto a Betania». Sicuramente è suggestivo che, secondo la Legenda aurea di Jacopo da Varazze, anche Lazzaro e le sue sorelle approdarono nel sud della Francia, divenendo poi Lazzaro il primo vescovo di Marsiglia.